Salpa la Nave della Legalità per gridare ai mafiosi “non li avete uccisi”

Sono in viaggio le navi che porteranno 2.500 studenti a Palermo nel 21esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone. A bordo anche una delegazione dell'ITE Tosi di Busto e dell'associazione Ammazzateci Tutti della provincia

Sono salpate da Civitavecchia e Napoli la navi della Legalità che, come ogni anno da 7 anni, porteranno studenti da tutte le scuole di Italia a Palermo nel giorno dell’orribile strage di Capaci. Dopo 21 anni dall’espolosione di quei 400 chili di tritolo nascosti sotto l’autostrada, sono oltre 800 le scuole da 13 Paesi di tutta Europa che stanno facendo convergere verso il capoluogo siciliano un piccolo esercito di studenti, 20.000 per l’esattezza.
Di questi, oltre 2.500 di questi si sono imbarcati sulle Navi della Legalità e navigheranno per tutta la notte fino ad arrivare sulle coste siciliane nelle prime ore del mattino del 23 maggio. Con striscioni, magliette e bandiere gli studenti hanno "invaso" i 10 ponti della Snav Toscana, che per questi tre giorni è stata simbolicamente ribattezzata "Paolo Borsellino". Il viaggio, che durerà tutta la notte, sarà affrontato con la compagnia del presidente di Libera, Don Ciotti, del sottosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria, del Commissario Straordinario Antiracket Giancarlo Trevisone e dell’imprenditore e pioniere dei testimoni di giustizia Pino Masciari
«La scuola ci insegna a pensare -spiega il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris- e per questo è il primo baluardo contro le mafie». Per questo motivo, riprendendo la scritta su uno striscione «ricordatevi di non smettere mai di pensare» anche e sopratutto «quando avete paura: perchè la giustizia prevale sulla paura». Ma l’ex magistrato coglie anche l’occasione per lanciare al nuovo governo un duro appello: «eliminare il segreto di stato sulle stragi di Mafia perchè è una vergogna che quelle che sono anche "stragi di Stato" siano coperte da segreto da parte di quello stesso Stato. Noi dobbiamo sapere la verità». 
«Non li hanno uccisi, non dimenticatelo mai» è quello che ripete un agguerrito Don Ciotti più volte agli studenti che aspettano di salpare sul piazzale del molo 11 del porto di Napoli. Chi è stato ucciso per mano della mafia «deve continuare a vivere nell’impegno di tutti noi» e sopratutto dobbiamo «trasformare i nostri "no" in "noi"» perchè «il cambiamento ha veramente bisogno di ciascuno di noi». Cambiare la protesta in proposta e «non commuoversi ma muoversi» è l’auspicio di Don Ciotti per far sì che ciascuno si assuma una parte di responsabilità, «nessuno escluso». E’ dunque fondamentale secondo il fondatore di Libera capire che «la conoscenza è libertà» ricordando per questo motivo il fatto che «in Italia abbiamo ancora 6 milioni di analfabeti». Ognuno quindi deve «fare di più la propria parte» perchè «la speranza ha bisogno di tutti noi». Oltre a questo anche Don Ciotti rilancia l’appello del primo cittadino napoletano chiedendo «più conoscenza sulle tante stragi del nostro Paese». E così, sulle note dell’Inno di Mameli, gli ormeggi sono stati sciolti e l’ancora levata: è salpata la nave della Legalità.

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Salpano le “Navi della Legalità” 4 di 19

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Pubblicato il 22 Maggio 2013
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