Alla Mater Domini un nuovo esame oncologico
Si chiama Fusion Biopsy e permette una maggiore precisione nell'individuazione del tumore alla prostata
In Humanitas Mater Domini una novità nella diagnosi del tumore della prostata. Si chiama Fusion Biopsy, la nuova tecnica che agendo in combinazione con un ecografo in 3D, è in grado di unire le immagini della Risonanza Magnetica (RM) con quelle ecografiche. Viene così registrata una mappa tridimensionale della biopsia, che permette di ricostruire con precisione la localizzazione e il volume del tumore.
«Questa tecnologia permette di simulare il tragitto della biopsia, di modificarlo all’occorrenza,
registrando ogni singola fase diagnostica. La zona segnalata dalla Risonanza Magnetica
come la più sospetta, dopo la fusione di immagine con l’ecografia, compare come un bersaglio
nell’immagine ricostruita in 3D. L’operatore può così indirizzarsi verso il punto preciso da
esaminare, senza colpire altre zone”, spiega il dottor Paolo Puppo, responsabile della Sezione di
Urologia Oncologica di Humanitas Mater Domini.
Questi dati, assieme al grado di malignità del tumore, contribuiscono in maniera decisiva a stabilire
la categoria di rischio di quel particolare tumore. Una volta definito correttamente il rischio, il
trattamento può essere pianificato con una maggiore sicurezza.
Nella biopsia tradizionale l’ago viene guidato dall’immagine ecografica. Il tumore ha infatti ecograficamente lo stesso aspetto del tessuto normale e, per migliorare l’attendibilità della biopsia e per realizzare un mappaggio della prostata, occorre aumentare il numero di prelievi sino agli attuali 18 o 24. L’ecografia tradizionale essendo in 2 dimensioni, non consente la registrazione del tragitto dell’ago.
Per maggiori approfondimenti, è possibile consultare il sito dell’Istituto: www.materdomini.it
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