Cassano saluta per l’ultima volta il “borgomastro”
L'addio a Domenico Uslenghi, primo sindaco leghista a inizio anni Novanta, grande protagonista della vita politica cittadina. L'abbraccio dei cassanesi e di chi ha vissuto l'avventura della Lega fin dagli inizi
«Ci congediamo con riconoscenza». L’applauso della gremita chiesa di Santa Maria del Cerro, ha salutato per l’ultima volta Domenico Uslenghi, l’ex primo cittadino, il "borgomastro" leghista dal carattere deciso che quasi vent’anni – direttamente e indirettamente – ha vissuto da protagonista la politica cassanese. Dell’omelia si è incaricato don Claudio Galimberti ex parroco di Cassano, ora a Garbagnate, che ha vissuto da sacerdote "cassanese" gli anni dei due mandati Uslenghi, stringendo con quest’ultimo un legame di amicizia. «Se ne va una persona che ha amato Cassano, ne andava orgoglioso. Tante sono le cose che ha fatto, ricordo il suo operato dopo l’alluvione, i lavori che ha voluto fare per il cimitero e quanto si è speso per la comunità cristiana, e non, in silenzio senza pubblicizzare il suo operato. Era sempre pronto a stare vicino a chi aveva bisogno di un aiuto perché viveva in povertà». Nella sue parole, forte di un rapporto personale, don Claudio ha ricordato anche il carattere definito «imperativo» del "borgomastro". «Lo si capiva fin dalla sula e-mail, il longobardo. Se ne va un cassanese, un leghista, un uslenghiano perché non si può che definire così».
Per il primo sindaco leghista della storia di Cassano (dal 1993 al 2002), nell’abbraccio si sono stretti ai cassanesi anche Giancarlo Giorgietti, l’eurodeputato Francesco Speroni e il consigliere regionale Giangiacomo Longoni. «Sarà sempre il sindaco di Cassano, lo ricorderò come il borgomastro come amava autodefinirsi» ha detto Giorgetti al termine della funzione. «Le figure come la sua non possono passare perché sono artefici di pagine indimenticabili per la storia del nostro paese». La definizione di Borgomastro era caratteristica di Uslenghi, anche se proprio a VareseNews – nell’intervista a maggio 2012 – aveva detto di preferire il titolo (scherzoso?) di «già sindaco». L’ultimo saluto è poi quello del segretario cittadino della Lega Nord, Antonio Diani, con cui Uslenghi ebbe accese discussioni negli ultimi anni: «mancherà e molto al nostro partito, ho passato con lui vent’anni e non possono essere oscurati da qualche screzio. Mi mancano le parole, voglio solo aggiungere che alla Lega mancherà il suo temperamento».
Prima dell’uscita da Santa Maria (su cui si è abbattuto un temporale) anche l’attuale primo cittadino cassanese Nicola Poliseno che, dopo aver ricordato le molte opere che Uslenghi ha lasciato in eredità alla città («e sono sicuro di essermene dimenticata qualcuno tanto ha fatto nei vent’anni regalati a questa comunità»), ha voluto celebrare la figura del predecessore come una guida autorevole, sicura e sempre presente. Capace di non avere alcun cedimento sia nella vita politica che in quella sociale. «Nella sua attività pubblica è stato l’esempio della perfetta sintesi di chi vuole operare senza scendere a compromessi». Poliseno, prima di concludere, ha poi ricordato quanto l’uomo fosse legato gelosamente e orgoglioso della sua Cassano e di come sia diventato, con merito, il primo concittadino a portare il nome di Cassano fino al consiglio regionale. E prima di un nuovo convinto applauso di Cassano, l’attuale sindaco ha svelato poi quanto Uslenghi gli sia stato vicino in questi primi mesi di mandato, «sono onorato di poter guidare il patrimonio che ci ha lasciato».
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