“L’Arcisate Stabio è l’ennesima malefatta italiana”
La Lega dei Ticinesi chiede un nuovo blocco dei ristorni e torna all'attacco contro le politiche italiane nei confronti della Svizzera e gli accordi bilaterali
La Lega dei Ticinesi non ha digerito la bocciatura, da parte del Governo del Cantone, di un nuovo blocco dei ristorni. Dalle pagine del Mattino, il giornale del partito, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri attacca: «La squallida quanto prevedibile vicenda della ferrovia Stabio-Arcisate ha dato il là, ma non è certo l’unico motivo, e nemmeno il più importante, a parlare a favore del blocco. Citiamo in ordine sparso solo alcune delle malefatte italiane nei nostri confronti: le black list illegali, su cui la Svizzera rimane iscritta; la mancanza di reciprocità nell’applicazione dei devastanti accordi bilaterali (non che la reciprocità ci risolverebbe grandi problemi, ma comunque…); la mancata attuazione degli accordi di Dublino sulla ripresa dei finti asilanti; gli sfacciati inquinamenti lacustri; gli spioni fiscali su territorio elvetico in crassa violazione della nostra sovranità territoriale; i continui appelli alla fallita UE perché intervenga contro i rimasugli del segreto bancario; le provocazioni grandi o piccole (vedi l’ultima pensata di multare i veicoli sprovvisti dell’autocollante CH); la totale inadempienza nel fare la propria parte nelle opere internazionali (basti pensare che sulla tratta italiana della Stabio-Arcisate non sono previsti i park&ride, a dimostrazione che il Belpaese se ne frega di far utilizzare il nuovo trenino dei puffi, se mai ci sarà, dai frontalieri); gli atteggiamenti gradassi nei confronti del nostro paese malgrado almeno 250mila italiani residenti nella fascia di confine italiana (frontalieri, padroncini ed i loro familiari) mangino solo grazie al Ticino; e via elencando».
«Il blocco dei ristorni – conclude Quadri – non ci avrebbe risolto il problema dell’invasione dei frontalieri e dei padroncini. Avrebbe però dato la sveglia, sia a nord che a sud. A nord: i bernesi, davanti al blocco-bis, non avrebbero più potuto andare in giro a raccontare che con la libera circolazione delle persone va tutto bene. A sud si sarebbero invece resi conto che gli svizzeri non sono disposti a farsi prendere a pesci in faccia all’infinito, quindi meglio stare abbottonati. Invece il messaggio che ha varcato il confine sud di Chiasso è di quelli deleteri: continuate pure a prenderci a sberloni, tanto noi svizzerotti fessi porgiamo l’altra guancia e non reagiamo».
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