La partita delle regole sulle “sigarette elettroniche”
Si discutendo su una regolamentazione generale del loro utilizzo ma il porcesso è lungo e va visto sotto tutti i punti di vista: norme, fisco, sanità, cultura, impatto economico
Cosa sono le sigarette elettroniche? Come funzionano e come si usano lo abbiamo imparato tutti ma la domanda manca ancora di risposte precise sotto molti punti di vista. Dal punto di vista normativo per esempio si sta discutendo per arrivare ad una regolamentazione sul loro utilizzo. Sull’onda di quanto deliberato in Francia, dove hanno vietato il loro utilizzo nei luoghi pubblici, anche da noi la discussione è ormai avviata: certo resta da capire se con luoghi pubblici intendiamo scuole e ospedali o anche negozi e bar. La società dei treni lombardi Trenord ne ha vietato l’utilizzo sui treni, per esempio, spiegando che "su raccomandazione del Ministero della Salute ed in attesa della definizione di una specifica normativa le sigarette elettroniche sono vietate".
Poi vanno capite meglio anche dal punto di vista fiscale. Lo stato ha accostato l’enorme calo del gettito fiscale derivante dal consumo di tabacco al boom delle sigarette elettroniche dell’anno scorso. Tutta la materia fiscale che riguarda le e-cig, infatti, non è ancora stata definita e anche con questo bisogna fare i conti.
Bisogna poi verificare la parte che riguarda la loro distribuzione. Soprattutto con l’impennata di vendite dello scorso anno i distributori si sono moltiplicati così come i generi di negozi che li hanno offerti: dalle edicole ai benzinai. Tenendo conto che fino a pochi anni fa tutto il commercio passava dal web.
Sotto stretta osservazione c’è anche tutto ciò che riguarda il profilo sanitario di questi nuovi prodotti. Se anche le e-cig sembrano essere meno dannose delle sigarette normali bisogna ancora fissare con certezza altri eventuali rischi, soprattutto che riguardano la nicotina, da comunicare con trasparenza ai consumatori. Ed, infine, rimangono poi due grosse partite: la prima è culturale. Il fumo è diventato anche un fenomeno culturale tra film, libri e icone pop. La regolamentazione dell’utilizzo delle sigarette elettroniche passa anche da una valutazione che tiene conto dei punti fermi raggiunti e dell’aspetto diseducativo di permettere il fumo in determinati luoghi come ad esempio le scuole.
L’ultima grande partita che si gioca in questo campo è quella economica. Sull’industria del tabacco si sono costruiti imperi economici negli anni e per quanto riguarda le sigarette elettroniche bisogna sommare il fatto che su di esse si sono concentrate le attenzioni anche delle case farmaceutiche, visto l’iniziale accostamento delle e-cig al farmaco. Questo comporta una conseguente battaglia delle farmacie per assicurarsene l’esclusiva di vendita. E se ci mettiamo le farmacie, le aziende autonome nate e cresciute sul commercio delle sigarette elettroniche che hanno sviluppato un grande know how e la questione del gettito fiscale, possiamo intuire quanto complicata sia la partita che si sta giocando sulla loro regolamentazione normativa.
A Busto Arsizio, dopo una grossa indagine che ha portato a numerosi sequestri, anche lo stesso sostituto procuratore Nadia Calcaterra ha espresso preoccupazione per la mancanza di un quadro legislativo in materia. Nel caso in questione si è operato perchè l’omessa o falsa marcatura del marchio Ce, che certifica uno standard qualitativo di sicurezza accertabile, è una frode in commercio, ma un quadro normativo preciso è a questo punto più che necessario, sia a tutela dei consumatori che di chi vende questi prodotti.
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