Melato: «No agli autovelox sul “modello Casorate”»
Il coordinatore PDL: «l’autovelox sul tratto dopo il Nautilus è una “trappola” in cui far cascare sprovveduti e ingenui che avrebbero l’unica colpa di viaggiare a 60 chilometri su un tratto di strada a larghissima visibilità»
Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni scorsi abbiamo seguito con attenzione e curiosità il botta e risposta tra il capogruppo della Lega Nord Loris Bonato e l’assessore delegato alla polizia locale Nicola Del Vecchio sull’utilizzo degli autovelox da parte del Comando di Polizia Locale.
Comprendiamo le motivazioni per cui il consigliere Bonato ha eccepito sugli aspetti più tecnici e contabili della vicenda, e ne apprezziamo lo sforzo, ma per quel che ci riguarda vorremmo entrare più direttamente nel merito politico della questione, che è molto più chiara e limpida di quel che potrebbe apparire a chi l’ha seguita in Consiglio Comunale. L’utilizzo degli autovelox sul “modello Casorate” è quanto di più sbagliato si possa fare in questo momento. È evidentemente il modo più veloce per “fare cassa” e rimpolpare il bilancio comunale dopo l’infornata di tasse della scorsa tornata, ma rischia di diventare per molti cardanesi l’ennesima tassa, questa volta occulta e più subdola, per spremerli ancor di più e mettere a posto un bilancio che fa fatica a quadrare. E in periodi di crisi la spremitura rischia di provocare conseguenze negative per tante famiglie che fanno fatica a tirare alla fine del mese e per tanti lavoratori che, costretti a spostarsi con i mezzi privati, attraversano Cardano per andare a Malpensa. Anche nel far rispettare le leggi, e il codice della strada è certamente da rispettare, occorre una certa dose di buon senso e di senso della misura.
Crediamo che su questo punto sia necessaria la massima chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini, e la risposta prettamente tecnica e burocratica che l’assessore Del Vecchio ha fornito in consiglio comunale è la chiara testimonianza dell’assenza di questa volontà di chiarezza.
Diciamocelo senza infingimenti: l’autovelox su via Giovanni XXIII, in particolare sul tratto dopo il Nautilus verso la superstrada della Malpensa, è una “trappola” in cui far cascare sprovveduti e ingenui cittadini che avrebbero l’unica colpa di viaggiare a 60 chilometri orari su un tratto di strada a larghissima visibilità e con poche situazioni di pericolo. Ci sono molte altre strade meno frequentate ma decisamente più pericolose per la loro conformazione, proprio a causa dell’alta velocità delle automobili: viene in mente ad esempio via della Repubblica. Evidentemente però lo scopo di questa operazione non è andare a scovare chi sfreccia a velocità assurde su strade strette mettendo a repentaglio la sicurezza stradale, ma come detto produrre incassi per rendere redditizio l’utilizzo dell’autovelox.
Non è così che si fa sicurezza: e sappiamo bene, noi lo diciamo da anno predicando nel deserto, quanto Cardano al Campo abbia bisogno di sicurezza vera, fatta di presidio e pattugliamenti sul territorio, atti in primis a disincentivare la presenza della microcriminalità. Non è certo l’automobilista che supera il limite dei 50 all’ora su via Giovanni XXIII la priorità per la sicurezza del territorio, pertanto ci sembra incredibile che, in un momento in cui addirittura il Comando di Polizia Locale è sotto organico per i noti motivi, non ci sia altro a cui pensare che non utilizzare il personale a disposizione per fare servizi autovelox in quel tratto stradale.
Se l’amministrazione vorrà incaponirsi su questa operazione, dovrà mettere in conto un malcontento popolare più che giustificabile, soprattutto in periodi di “vacche magre” per tutti. Piuttosto che continuare a spremere i cittadini, sarebbe anche ora che l’amministrazione iniziasse a mettere in atto una seria politica di revisione della spesa, pensando a come risparmiare prima che a dove reperire nuove risorse per tappare le falle di bilancio. Ma si sa che a sinistra sono affezionati ai beni comuni, e fanno fatica a fare a meno dei soldi pubblici, ancorché prelevati dalle tasche dei cittadini sotto forma di tasse, note oppure occulte non fa differenza.
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