Si presentano i consulenti antimafia: “Il Nord sembra la Sicilia di 20 anni fa”
I 5 membri del comitato per la lotta alle mafie, scelti dal sindaco Farioli, dovranno aiutare l'amministrazione a capire le zone di rischio e i possibili margini di infiltrazione. E tra testimoni di giustizia e ricercatori universitari, la squadra è pronta per la difficile missione
"Combattenti". E’ questo il termine che il Sindaco Gigi Farioli ha scelto per indicare i 5 membri del comitato per la tutela della legalità e la lotta a tutte e mafie che sono stati presentati il 26 giugno nella sala consigliare di Palazzo Gilardoni. Il comitato avrà il compito di affiancare l’amministrazione per individuare eventuali rischi di infiltrazioni di tipo mafioso e per predisporre i necessari correttivi. Una missione certo non facile e che, per questo, si avvarrà di uomini in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata: Maurizio Grigo, procuratore capo della Repubblica di Varese e di Campobasso, Walter Fazio già questore, giudice di pace e primo dirigente della locale Questura ed amministratore pubblico, Ignazio Cutrò, imprenditore siciliano, presidente dell’associazione nazionale testimoni di Giustizia, Aldo Pecora fondatore e presidente di Ammazzateci Tutti e Francesco Calderoni, ricercatore di Transcrime.
Cinque uomini che dovranno aiutare l’amministrazione a muoversi in un panorama non certo facile. «Qui al nord sembra di essere nella Sicilia di 20 anni fa» esordisce l’imprenditore Ignazio Cutrò, tratteggiando una regione in cui «gli imprenditori non denunciano e molto spesso nutrono paura verso i mafiosi» e in cui «i commercianti non hanno ancora capito quale fondamentale ruolo possono ricoprire». Proprio per questo, l’uomo che grazie alle sue denunce ha fatto comminare complessivamente 66,5 anni di carcere ai suoi estorsori, inizia a delineare il desiderio di «avviare un network positivo per tutti quelle persone che inizieranno a denunciare, anche qui al nord».
Sul fatto che la guerra contro la mafia debba essere culturale e non solo «affidata ad un’opera di chirurgia giudiziaria» è d’accordo anche Walter Fazio, che della commissione sarà il presidente effettivo. Oggi «la mafia uccide al sud ma investe al nord -continua Fazio- e proprio per questo non ci sono zone franche nella lotta alla criminalità organizzata». Ed è proprio Maurizio Grigo, presidente onorario del gruppo, uno dei primi in Italia ad aver intuito la pervasività del fenomeno mafioso anche al nord. Era il 2002 quando «uno studio che feci dimostrò dettagliatamente non solo la presenza, ma anche le relazioni tra le mafie al nord» ma nonostante questo «si continuava a credere che il problema più grave fosse quello di furti e rapine».
Quanto siano radicate le organizzazioni di stampo mafioso al nord e quale sia la loro potenza economica lo sa bene Francesco Calderoni. Lui, infatti, è uno dei membri dello staff di Transcrime, il centro di ricerca diretto da Ernesto Ugo Savona sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Università degli studi di Trento. Da una delle ultime ricerche del centro si evince come con le attuali risorse finanziarie «combattere la mafia è come cercare di sparare ad un congilio lontano 100 metri con un fucile a pallini», esemplifica il professor Savona. Ma forse oggi una soluzione ci potrebbe essere.
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