Sigarette elettroniche, tra i giovani “è moda”
La comunità scientifica si confronta su un fenomeno che in pochissimo tempo è diventato di massa. Ancora molte le questioni da chiarire, prima fra tutte le controindicazioni delle "svapate"
Le sigarette elettroniche fanno male? Possono essere consigliate come metodo per smettere di fumare? Quali controindicazioni hanno? Sono tante le domande a cui medici ed esperti stanno cercando di dare risposte certe, ossia sulla base di dati scientifici, su quello che è diventato un vero e proprio fenomeno di massa. Alle Ville Ponti di Varese, questa mattina, sono stati più di una decina i relatori che si sono confrontati, portando esperienze e studi personali sulle sigarette elettroniche. Un’analisi a tutto campo, che non ha toccato solo gli aspetti sanitari ma anche quelli sociologici e comportamentali. «Ci siamo interrogati su un fenomeno in rapida espansione – ha spiegato il dottor Vincenzo Marino, direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’ASL di Varese -. Basti pensare che in Italia sono già attivi 1.500 esercizi specializzati in questo prodotto e si prevede che diventino 4.000 entro la fine del 2013».
I fattori di questo successo sono molteplici: «I fumatori – prosegue il medico – sono attratti dalla possibilità di godere degli effetti psicoattivi della nicotina senza i danni legati al fumo tradizionale, è inoltre possibile ridurre il quantitativo assunto e perfino la spesa è inferiore: una cartuccia si aggira in media intorno ai 6 euro, poco più del prezzo di un pacchetto di sigarette». Dai dati evidenziati questa mattina sono emersi anche diversi campanelli d’allarme e uno in particolare: le "svapate" sono diffuse soprattutto tra i giovani: «Abbiamo osservato quanto le sigarette elettroniche siano diventate un oggetto di moda e di design. Proprio per questi motivi sono spesso la causa che spinge i più giovani a iniziare a fumare. Ricordiamo che possono indurre dipendenza, tra i non fumatori, proprio come quelle tradizionali».
Negli stati dell’Unione Europea la legislazione su questo argomento è ancora in divenire: in Francia ogni tipo di fumo è stato proibito nei locali pubblici mentre in Italia la vendita è vietata ai minori di 18 anni e l’uso è sconsigliato alle donne in gravidanza. Ma quello che mancherebbe, secondo gli esperti, è soprattutto una mole di dati scientifici abbastanza ampia per poter rispondere alle domande dei consumatori sui rischi e sulle controindicazioni. Negli interventi che si sono susseguiti questa mattina è emersa in particolare la necessità di fare chiarezza sulle componenti dei liquidi utilizzati, sui quali in molti nutrono ancora dubbi.
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