Ubriaco chiama il 113: “Ammazzo la mia famiglia”

Un 39enne già noto per vari reati è finito nei guai per minacce e procurato allarme: per fortuna l'arma che aveva con sè era solo una replica

Nella serata di mercoledì gli agenti della Volante del Commissariato di Gallarate hanno denunciato per minacce aggravate e procurato allarme T.H., trentanovenne già noto per i suoi precedenti per guida in stato d’ebbrezza, estorsione, truffa e ricettazione. L’uomo ha dapprima telefonato al 113, intorno alle 21, urlando di avere con sé una pistola e di accingersi ad uccidere i propri familiari, e, se fossero intervenuti, anche i poliziotti; all’agente addetto al 113, che tentava di calmarlo e di avere le maggiori informazioni possibile prima di inviare la Volante, rinnovava più volte le gravi minacce lasciando però intendere di trovarsi proprio nell’abitazione di famiglia.

L’allarme ha perfino consigliato di richiedere il prezioso ausilio di altre due Volanti, rispettivamente della Questura e del Commissariato di Busto Arsizio, per fronteggiare la grave eventualità di un individuo armato e pronto a tutto asserragliato in casa sua. Dopo una concitata preparazione al difficile intervento, però, gli agenti hanno sorpreso T.H. in stato di ebbrezza che si aggirava in casa sua dopo essere appena rincasato, tra i familiari totalmente ignari dell’accaduto e senza nessuna traccia della pistola o di altre armi.

In preda ai fumi dell’alcool e tra vari sproloqui, però, l’uomo appariva fin troppo fermo nel manifestare l’intenzione di fare uso di una non meglio precisata arma da fuoco, al punto da convincere gli agenti ad operare comunque una perquisizione dell’abitazione, nel corso della quale veniva in effetti scoperta una pistola occultata all’interno di un vaso di fiori sul balcone, rivelatasi fortunatamente solo una fedele replica di una semiautomatica Beretta simile a quelle in uso alle forze di polizia ed ai corpi militari, ma del tutto inoffensiva.

Nessuna spiegazione da parte di T.H. sulla provenienza dell’oggetto né sulle motivazioni reali o presunte che lo hanno indotto, ubriachezza a parte, ad annunciare una strage di familiari al 113, tanto che gli agenti lo hanno condotto in Commissariato per altri accertamenti prima di denunciarlo a piede libero per le minacce aggravate e per il procurato allarme, e segnalarlo alla Prefettura per l’ubriachezza molesta.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Giugno 2013
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