Vent’anni in tre

Nella tappa del 141tour abbiamo incontrato gli ultimi tre sindaci: Laura Cavallotti, Stefano Candiani e Dario Galli. Ci raccontano i loro ricordi e i progetti che li hanno resi protagonisti

I testi che riportiamo sono contenuti nella lunga diretta di Tradate, tappa odierna del 141tour.

cavvallotti live

Il sindaco Laura Cavallotti ha fatto le scuole elementari nell’edificio dove oggi c’è il Comune. "Eravamo al primo piano" ricorda il Primo cittadino. Oggi il suo ufficio è al secondo piano. L’ascensore sociale per lei ha funzionato.

"Un tempo il rapporto con le persone era diverso, c’era maggiore sensibilità – dice il sindaco – e credo che vada recuperato mettendo al centro le persone e le associazioni di volontariato che qui sono tante. I tradatesi sono dei grandi lavoratori, dediti alla casa e alla famiglia, ma anche la socialità è fondamentale per lo sviluppo di una comunità. Noi rimettiamo le persone al centro".
Il Comune di Tradate ha un bilancio di undici milioni di euro, per la spesa corrente. "Dalla precedente amministrazione – dice il sindaco Cavallotti – abbiamo ereditato due procedimenti in sospeso con la Corte dei conti per la vendita della biblioteca della Frera e di Villa Truffini alla società partecipata di cui è socio unico il comune. Un’anomalia evidente. Negli ultimi anni c’è stata troppa cementificazione e molti cantieri sono rimasti aperti con almeno mille appartamenti invenduti. E poi c’è la Fornace che non c’entra niente con Tradate e la sua bellezza.  La crisi si è fatta sentire molto anche qui. Negli anni c’è stata un’evoluzione nel tessuto imprenditoriale: a Tradate c’erano grandi imprese come la Frera, la Lesa (faceva giradischi) che hanno sempre convissuto con le piccole imprese che esprimono una grande qualità. Pensiamo ad esempio all’Artioli che fa scarpe artigianali diventate famose (Obama è un cliente di Artioli ndr) Questi artigiani mettono i loro prodotti in valigia e li fanno conoscere al mondo. Grande senso del dovere e grande qualità". 
 
galli live

L’incontro con Dario Galli è una vera sorpresa perché basta una domanda e va con i ricordi all’infanzia. “Da bambino abitavo nel cuore di Abbiate, proprio di fronte alla casa del popolo. Mio nonno era iscritto ed era normale ascoltare i discorsi di tanta gente della sinistra tradatese. Quello era il luogo pulsante e ricordo bene che quando avevo sei-sette anni sentivo parlare della voglia di costruire una piscina per il paese. Dicevano che quando avrebbe governato loro una delle cose da fare era realizzare questo sogno. Mai più avrei pensato di esser io la persona che avrebbe portato a termine quel progetto. Ripensare a 40 anni di distanza a quelle discussioni e al risultato, è una di quelle cose che ti lasciano un segno nella vita”.

L’ex sindaco, alla guida della sua città dal 1993 al 2002, ricorda anche un altro aspetto importante della sua amministrazione. “Veniamo spesso accusati di aver cementificato Tradate. Non è vero. In questi anni la popolazione è cresciuta di tremila unità, ma se guardiamo una foto di 30 anni fa e quella di adesso, le aeree costruite sono le stesse. Noi nel 1995 abbiamo fatto un piano regolatore che non permetteva nuove costruzioni. Abbiamo permesso invece di recuperare aree dismesse, ma senza consumare un metro di suolo, tranne quello utilizzato per la piscina”.
 

Stefano Candiani è impegnato in Parlamento. Lo raggiungiamo telefonicamente perché la sua è una voce storica della città. È diventato senatore della repubblica, ma il suo cuore batte prima di tutto per Tradate, dove è stato sindaco dal 2002 al 2012, e in particolare per la Frera. “È vero quel progetto è il mio figlio putativo. La mia Tradate parte in verità da Abbiate Guazzone ed è molto in là nel tempo, ma soprattutto molto diversa da quella attuale. Non è una semplice questione di malinconia o amministrativa. Oggi non si riesce più a sognare e questo fa male. Tradate è una città che ha voglia di fare, che sa stare un passo avanti, ma in questo momento è ripiegata su se stessa perché sente la crisi”. 

C’è molta amarezza nelle parole del senatore, alla guida della sua città per dieci anni. Ha un sussulto quando ripensa alla sua più amate creatura. “Il nostro cammino può riprendere dalla Frera che è una vera ancora di salvezza in un momento in cui si fa molta fatica a pensare e realizzare iniziative culturali”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Giugno 2013
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