Arsago si “arrende” al patto di stabilità: “Costretti ad alzare la Tares”

Da quest'anno anche i comuni sotto i 5000 abitanti devono rispettarlo. L'assessore Castagna: «Il governo tolga i vincoli: solo in questo modo gli aumenti potranno essere eliminati»

Non più solo un grido d’allarme per i piccoli comuni. Il comune di Arsago Seprio ha approvato martedì sera il bilancio di previsione 2013, «un bilancio che non avrei mai voluto proporre» commenta l’assessore Marco Castagna. Il motivo è semplice, quanto pesante, per Arsago e i piccoli comuni: «da quest’anno siamo costretti a rispettare il patto di stabilità anche come comune al di sotto dei 5.000 abitanti». E per un ente come Arsago che ha cercato di contenere l’Imu a livelli accettabili, la via da percorrere «è solo una – spiega Castagna -: per rispettare il patto di stabilità, dato che non vogliamo alzare le aliquote Irpef e Imu, ci troviamo costretti ad alzare i livelli della Tares. Stiamo lavorando per non incidere troppo, specie su alcune categorie commerciali come bar, fioristi o ortofrutta che alle aliquote base imposte per legge troverebbero degli importi finali esorbitanti. Ma un aumento sarà comunque necessario». La votazione in consiglio comunale è finita con 11 voti favorevoli, un astenuto (Pd) e tre voti contrari (2 Pdl e 1 Lega).

In numeri, la situazione di un comune come Arsago (poco meno di 5mila abitanti) è questa: «la legge dice che bisogna calcolare le spese effettuate nel triennio 2007-2009 dal nostro comune e ridurle del 13% – continua Castagna -. Questo significa reperire circa 350.000 euro: per noi è una cifra folle. Il patto regionale approvato pochi giorni fa ci aiuta, nel senso che invece di 350.000 euro dobbiamo reperire circa 230.000 euro, ma ovviamente questo non basta. Le incongruenze di una legge di questo tipo sono tante: per un piccolo comune significa tagliare oltre agli investimenti anche le spese ordinarie e quindi i servizi al cittadino».
Il bilancio di Arsago, con spese totali di circa tre milioni di euro, è fatto per l’80% – 90% di voci fisse e non modificabili come gli stipendi al personale, le utenze, il pagamento alle società di servizi che forniscono acqua, energia elettrica, depurazione, raccolta rifiuti. «Si può lavorare solo su una piccola parte di bilancio – commenta l’assessore – e questo è quello che facciamo settimanalmente quando con i componenti della giunta discutiamo per ore per risparmiare qualche centinaia di euro proponendo preventivi sempre minori, cercando sponsor e quant’altro per realizzare lavori anche ordinari. Abbiamo ridotto le spese ulteriormente, ma miracoli non possiamo farli. O meglio, non possiamo ripeterli perché questo lavoro di riduzione massima di spese è stata fatta negli anni e soprattutto l’anno scorso quando abbiamo fatto di tutto per tenere l’Imu a livelli accettabili per i contribuenti. Abbiamo deciso di non utilizzare le entrate da oneri di costruzione per circa 50.000 eruo per abbassare ulteriormente il saldo obiettivo del patto. Anche le piccole opere che abbiamo portato avanti nel 2012 sono state realizzate perché altrimenti da quest’anno quei fondi non avremmo più potuto utilizzarli poichè bloccati dal patto».

L’unica via percorribile è quindi la Tares, con un paradosso: «Ci vediamo costretti ad alzare i livelli della Tares, ma i sacrifici dei contribuenti arsaghesi non serviranno per le casse comunali, bensì per essere accantonate in un fondo per il rispetto del Patto di stabilità che lo Stato al momento ci impone».
Le proteste dei sindaci in questi mesi sono state forti e diffuse, a prescindere dal colore politico: è solo di pochi giorni fa la riunione dell’Anci a Milano con una dura presa di posizione di Pisapia e altri sindaci. «Non ci resta altro – conclude Castagna – che sperare che queste proteste vengano finalmente ascoltate dal governo. Anche noi abbiamo presentato un punto all’ordine del giorno in Consiglio per chiedere che l’ingresso nei vincoli del patto di stabilità per i piccoli comuni sia annullato. Solo in questo modo gli aumenti di cui ho parlato potranno essere eliminati dal nostro bilancio e alcuni fondi, al momento bloccati, potranno essere utilizzati per la realizzazione di opere all’interno del territorio arsaghese».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2013
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