Evasione e riciclaggio, Castiglioni sceglie l’abbreviato

L'imprenditore bustocco, in carcere da febbraio, ha cambiato strategia con l'assenso del collegio giudicante. Il legale ha chiesto anche la scarcerazione ma i giudici hanno subordinato la decisione ad un nuovo interrogatorio

Matteo Castiglioni ha scelto il rito abbreviato. Come previsto, in seguito agli sviluppi della scorsa udienza e alla contestazione del reato di riciclaggio in aggiunta all’evasione fiscale, l’imprenditore bustocco ha cambiato la strategia difensiva e questa mattina, mercoledì 24 luglio, il suo difensore Marcello Elia ha chiesto il rito abbreviato subordinato all’escussione di alcuni testi. Castiglioni è accusato di aver utilizzato fondi neri all’estero per finanziare le imprese di famiglia attraverso società fiduciarie all’estero gestite da prestanome (qui l’articolo). Le operazioni riguardano due finanziamenti da 5 e 3,5 milioni di euro e sono state effettuatenegli anni scorsi avvalendosi del commercialista bustocco Gabriele Tosi, il quale ha già patteggiato la pena, il quale avrebbe creato il sistema che permetteva ai Castiglioni di utilizzare i soldi detenuti all’estero in Italia. 

Il presidente del collegio giudicante 

Adet Toni Novik ha ammesso il Castiglioni al rito abbreviato sulmodello di quanto fatto nel processo di ‘ndrangheta denominato Bad Boys ma ha chiesto uno sfoltimento della lista testi riducendoli a 9. L’avvocato Elia ha anche prodotto tutta una serie di documenti mentre il pubblico ministero che ha anche condotto l’indagine, Pasquale Addesso, ha prodotto i 19 faldoni dell’inchiesta. Infine è stata richiesta dal difensore la scarcerazione dell’imputato, in carcere da febbraio, oppure, in subordine, gli arresti domiciliari. Il collegio si è riservato di decidere in seguito all’interrogatorio che si svolgerà domani mattina, giovedì, in tribunale dopo il quale si esprimerà anche il pubblico ministero. Tutto dipenderà da quanto riferirà ai giudici Matteo Castiglioni che, sin dal primo momento, non ha mostrato un profilo collaborativo ma, anzi, ha sempre contestato il provvedimento cautelativo ritenendo di aver già pagato il suo debito col fisco pagando il dovuto all’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 24 Luglio 2013
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