“Il futuro di Gallarate? Ricostruire sulle aree dismesse, non sul verde”

L'assessore Pignataro punta ad adottare la variante Pgt entro Natale. Riducendo "almeno della metà" l'intervento sulla zona 336 a Madonna in Campagna e puntando sulla riqualificazione delle aree tra viale Milano e la stazione

«Arriveremo all’adozione della Variante del Pgt entro fine anno, puntando sulla rigenerazione delle aree degradate a partire dalle zone vicine alla stazione, non sull’uso di nuovo suolo oggi verde». L’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro traccia le linee fondamentali per la variante al Pgt, rispondendo alle critiche del PdL. Il centrodestra puntava in particolare su una critica forte sul futuro della zona lungo la superstrada 336, prefigurando una «colata di cemento democratico» sulle aree verdi a ridosso di Madonna in Campagna e il confine con Busto.
«Il futuro di Gallarate non è sull’area 336, ma nel riutilizzo delle aree abbandonate da recuperare, sull’asse tra viale Milano e la ferrovia: una zona in alcuni punti in forte degrado, confinante con le aree militari che potrebbero divenire a disposizione ma su cui grava ancora l’incognita del Demanio. Aree già costruite, che devono essere rigenerate: dobbiamo favorire il riutilizzo anziché il consumo di nuovo solo. Per dirla con una battuta: più che dalla superstrada 336, la Gallarate del futuro si vedrà dalla Mornera». (nella foto a sinistra: l’area a ridosso della Mornera, con lo scalo merci FS in parte dismesso e con le vecchie officine abbandonate)
E dunque, dove investire su «aree di sviluppo della città in corrispondenza di snodi di trasporto, come sono lo svincolo dell’autostrada ma soprattutto la stazione. Al posto di intervenire su aree ancora da urbanizzare, che comporta anche costi superiori: il ricorso al territorio non edificato deve essere l’extrema ratio». Insomma: non costruire dove ci sono boschi o campi agricoli.

Cosa si deciderà per la zona vicino alla superstrada 336, l’ex “Sky City” tra Arnate e Madonna in Campagna? «Si deve edificare solo se c’è un ritorno pubblico, se c’è un’utilità per la città». Una riduzione delle volumetrie previste o una cancellazione? «Io farò le proposte al consiglio comunale, che decide in materia urbanistica. Oggi abbiamo un piano in vigore che per quell’area prevede 414mila metri quadri di edificazioni, questa previsione si ridurrà drasticamente, della metà o più. Si deve guardare all’utilità per la città: la mia impressione è che questo Pgt ha individuato aree di riqualificazione o di servizi per giustificare volumi di nuove costruzioni. Oggi invece diciamo: quali aree serve davvero che diventino di proprietà pubbliche? Le altre possiamo difenderle confermando la destinazione d’uso agricola». Per esempio, quali zone? «Le aree collinari, per esempio, considerate importanti».

La seconda linea fondamentale che Pignataro traccia è confermare la funzione produttiva e industriale «là dove c’è ancora un produttivo che funziona»: «Faccio l’esempio dell’Area di Trasformazione 1, su viale dei Tigli: lì ci sono le Officine Meccaniche Gallaratesi, una fabbrica storica che ha mantenuto l’edificio originale, che dà lavoro a settanta persone. Che senso ha prevedere la possibile trasformazione in residenziale? Qui come altrove sembra la previsione urbanistica sembra un incentivo ai proprietari a chiudere l’attività industriale alla prima grossa difficoltà e a costruire sulle aree».

Le idee sono anche in linea con le critiche fatte in passato e con il programma elettorale. Ma quali saranno i tempi? Non solo dal PdL, ma anche dalla sinistra fuori dalla vostra coalizione arrivano critiche sui tempi…
«Depositeremo entro luglio il primo documento Vas, a settembre ci sarà la discussione su questo, un momento tecnico più che partecipativo, anche se aperto a chiunque voglia partecipare. Poi porteremo entro metà ottobre il rapporto ambientale Vas che fa riferimento agli effettivi contenuti della variante e a fine ottobre inizieremo il vero percorso partecipativo, in due fasi anche nei quartieri. In 60 giorni si arriverà all’adozione, prima di Natale. O, se proprio dobbiamo testare il contagiorni del PdL, entro il 7 gennaio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Luglio 2013
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