“Il parchetto di via San Francesco, un segnale a chi si lamenta e basta”

Uno dei protagonisti del recupero dell'area verde ci racconta come è nata l'iniziativa. Ed ora si attende la convenzione per portare avanti il sogno

«E pensare che è tutto nato due mesi fa quando mi sono ritrovato per due settimane in cassa integrazione». A parlare è Gianni Piludu uno degli artefici della nascita del parchetto di via San Francesco a Cassano Magnago, una piccola area verde di proprietà comunale recuperata dal degrado e trasformata in un giardinetto. «Per non farmi prendere dalla noia, ho iniziato a tagliare l’erba e togliere i rifuti presenti in questo piccolo pezzo di terra di fronte a casa mia. Poi ho costruito delle panchine e quando ho visto che qualcuno si fermava ho capito che stava nascendo una cosa bella».
Ed ora anche grazie al successo che questo piccolo gesto ha avuto nel vicinato si può iniziare a pensare ad una convenzione con il comune per la manutenzione di questa piccola area verde. Nell’ultimo consiglio comunale – in cui si discuteva anche delle alienazioni di proprietà comunali-  Piludu era presente e teneva tra le mani la richiesta, presentata in comune due giorni prima, di riportare quei quattrocento metri quadrati a verde pubblico. Ora anche grazie alle parole dell’amministrazione (che garantisce che l’area non verrà alienata) il progetto sembra realizzabile. «Attendiamo – chiarisce Piludu – di poter lavorare sulla convenzione che ci renda protagonisti della manutenzione di quella che può essere una piccola oasi aggregativa con funzioni sociali». Si perché questa sera l’area verde di San Francesco ospiterà un torneo di scacchi ma già si progettano i futuri eventi. «Ci piacerebbe fare piccole iniziative, una grigliata a ferragosto, una festa di fine estate. Qualcosa per il quartiere».

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Il “parco spontaneo” di Cassano Magnago 4 di 10

Tralasciando il futuro una cosa è certa, il lavoro portato aventi fin qui è già un esempio di una coscienza civica e sociale che in molti dubitavano esistesse ancora. Se il tam tam ha portato molta gente a donare soldi o piante alla causa, inizialmente in molti erano perplessi dell’iniziativa. «Qualcuno mi dava del Don Chisciotte- ricorda Piludu- alcuni dicevano che era compito del Comune. Io spero sia un segnale per combattere la sfiducia. Il comune fa tanto non può fare tutto: andiamo oltre le beghe politiche per il bene di tutti».

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Pubblicato il 19 Luglio 2013
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