L’ultima notte di Laura, i familiari le hanno letto un libro
La veglia del marito e del figlio. Accanto a lei, hanno recitato ad alta voce le pagine mancanti del volume "Il buio oltre la siepe", il romanzo che stava leggendo prima dell'intervento e che non aveva completato
Ci sono tanti modi per dire addio a una persona, e quello scelto dal figlio e dal marito di Laura Prati è così dolce che merita di essere conosciuto. «Sapevamo che questa sarebbe stata l’ultima notte con lei – racconta Giuseppe Poliseno – così mio figlio Massimo ha avuto l’idea. Laura, quando era ricoverata in ospedale a Gallarate, stava leggendo un libro, ‘Il buio oltre la siepe’. Era arrivata a metà. Siamo andati a casa a prenderlo, e ieri sera gliel’abbiamo portato. Mio figlio mi ha suggerito: ‘Papà, la mamma non ha ancora finito di leggerlo, la aiutiamo noi, che ne dici?’. E così ci siamo seduti accanto a lei, per tutta la notte, e lui ha letto tutta la parte che Laura che non era riuscita a completare. L’abbiamo salutata così, insieme. Era un libro a cui teneva e volevamo che lo finisse».
“Il buio oltre la siepe” è una storia che dice molto di Laura Prati. E’ stata pubblicata nel 1960, dalla scrittrice americana Harper Lee; la trama è ambientata nell’Alabama degli anni trenta, parla di pregiudizi e razzismo e della presa di coscienza verso i diritti degli afroamericani. E’ un libro, tra l’altro, che girava spesso nelle iniziative del Partito Democratico. Nel 2010 la segreteria cittadina di Varese ne aveva organizzato una lettura collettiva. Laura era un’appassionata dei diritti civili, dei diritti delle donne e delle minoranze e quel volume le apparteva. «Nella storia ci sono due ragazzini orfani che vivono senza la mamma – continua Pino -, e allora ho detto a mio figlio Massimo…ma guarda un po’ che cosa stava leggendo la nostra Laura…».
Nella concitazione degli ultimi giorni questa famiglia, così unita, ha dato a Laura anche una bella soddisfazione: «Mio figlio pochi giorni fa ha dato un esame di diritto del lavoro – racconta ancora Giusepe Poliseno – l’aveva promesso alla mamma, e ci è riuscito, ha preso 30 e lode. E’ andato di là, in neurochirurgia e gliel’ha detto. Ha fatto in tempo, aveva paura di non riuscire a farcela e invece lui è come la madre, un carattere determinato».
La seconda figlia, 12 anni, è stata informata domenica dal padre: «Mi sono fatto coraggio e le ho spiegato la situazione – osserva ancora il marito della sindaca – era venuta all’ospedale di Gallarate. Era rimasta un po’ male quando aveva visto la mamma, poi si era rincuorata».
In ospedale a Varese scoccano le 14 e 30, l’orario in cui il pm ha disposto la fine delle 6 ore di monitoraggio per l’espianto. Ma Laura non c’è già più: «E’ dalle 8 e 30 che è stata dichiarata la morte cerebrale – rivela Poliseno – alla fine della notte che abbiamo passato con lei, ma già ieri avevamo capito tutto e sapevamo quello che sarebbe accaduto oggi».
LAURA PRATI NON CE L’HA FATTA ESPIANTATI GLI ORGANI
CIAO LAURA
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