L’urlo d’aiuto dei mastini dell’hockey
"Siamo al top della preparazione sportiva ma mancano i finanziamenti per sostenere la prossima stagione". Dal palaghiaccio varesino si spera di riuscire a trovare i soldi entro agosto
Negli uffici a servizio dei mastini dell’hockey Varese, al piano superiore del palaghiaccio, il momento è di quelli seri. La società, quest’anno al top della pianificazione sportiva e con un campionato di serie B particolarmente entusiasmante all’orizzonte, soffre di un male che con i muscoli, la concentrazione e la tattica sportiva poco ha a che fare: sono i soldi. La mancanza di almeno 50mila euro per poter affrontare la stagione sportiva con qualche sicurezza.
Per altri sport più in voga in città una cifra quasi ridicola, ma da queste parti, con la difficoltà di reperire risorse dal mercato, una cifra quanto mai difficile da raggiungere e quanto mai vitale per le attività delle squadre.
Il paradosso, purtroppo, è che dal punto di vista sportivo e della pianificazione del nuovo anno le cose sembrano andare veramente bene: «siamo iscritti al campionato – spiega il presidente Davide Quilici -, abbiamo confermato le collaborazioni con Milano, Como e Lugano, c’è un camp estivo praticamente organizzato, abbiamo avviato dei progetti importanti con le scuole e la campagna di tesseramento è pronta a decollare». Ma entro la prima settimana di agosto lo slancio così ottimista della nuova stagione agonistica potrebbe ricevere un bruciante stop: «non vogliamo neanche pensare a cosa potrebbe accadere nella peggiore delle ipotesi – spiega il consigliere Maurizio Fiori -, ma di sicuro si renderebbe necessario un ridimensionamento di tutti i piani fatti e fino ad ora e sarebbe un vero peccato». Una batosta micidiale per la società che con le imprese dei suoi mastini su ghiaccio ha costruito una storia più che trentennale e ricca di successi.
L’hockey varesino, come tante realtà dello stesso sport, naviga in acque burrascose. La crisi ha colpito il settore e solo dove il tifo e il sostegno cittadino è più forte si è riusciti a quadrare i conti. A Varese, purtroppo, non è così: troppi sport, troppe società, troppa poca visibilità nonostante una stagione passata con le tribune piene.
A pesare, attualmente, sono soprattutto i costi del ghiaccio che gravano sulla società sportiva. Più di 60mila euro l’anno scorso e con un aumento del 50% negli ultimi due anni. Troppo per starci dentro senza un grosso sponsor a coprire le spalle. Troppo per i 99 atleti che attualmente mettono il cuore nelle 6 giovanili in campo. E quel troppo rischia adesso di vanificare un lavoro sportivo che ha tutte le basi necessarie per produrre grandi risultati. «Tutto a livello sportivo va per il meglio – racconta il presidente Quilici passandosi fra le mani le locandine con la nuova campagna tesseramenti pronta a partire – ma senza i soldi dovremo dire agli allenatori di trovare altre squadre e a questa squadra… non voglio neanche pensarci».
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