Non si fa la terza prima e i genitori si infuriano

A settembre, le tre medie del comprensivo di Gazzada, Morazzone e Buguggiate avranno due prime a testa. La decisione non piace agli iscritti della Don Pozzi che lamentano classi troppo numerose

Due classi invece di tre? E scoppia la polemica tra genitori di paesi confinanti. Succede nei comuni di Buguggiate, Morazzone e Gazzada dove il Consiglio dell’Istituto comprensivo diviso nelle tre realtà ha deciso di dividere in modo uguale le 6 classi prime assegnate dall’Ufficio scolastico territoriale. 

Il problema è che la decisione è stata presa lo scorso 24 luglio, in piena estate, quando ormai si era tranquilli di un inizio d’anno regolare. Poi, la richiesta di 20 iscritti a Gazzada di avere una seconda prima ha sparigliato le carte e indotto il Consiglio di Istituto a rivedere l’organizzazione. Fino all’anno scorso, nonostante i numeri contenuti rispetto a molte realtà della provincia, le tre primarie di secondo grado avevano sempre ottenuto l’autorizzazione ad avviare classi con numeri ben al di sotto di quelli previsti dalla normativa. Lo stop imposto da via Copelli ha così spiazzato il Consiglio di Istituto e, quindi, i genitori.
 
Gli iscritti alla prima classe a Buguggiate sono 56 (di cui n. 22 modulo orario 30 ore e n. 34 modulo orario 36 ore), a Gazzada 35 (17 a 30 ore e 18 a 36 ore) e 33 a Morazzone, tutti con le 36 ore. 
Appena avuta la notizia, il comitato ha fatto le sue azioni: ha coinvolto il preside, ha provato a promuovere un’azione di diversa distribuzione degli iscritti per poter bilanciare meglio la distribuzione delle classi: «Noi genitori di Buguggiate – si legge in un comunicato – abbiamo sostenuto la necessità di formare 6 classi equilibrate, applicando quindi la proposta di distribuzione espressa dall’USP, con la disponibilità ad accogliere ulteriori iscritti per completare 3 classi da 20/21 alunni nel nostro plesso, chiedendo agli altri plessi analoga disponibilità di ridistribuzione degli iscritti  per ottenere altre 3 classi di ca. 20 alunni da definire tra Gazzada e Morazzone. Abbiamo nostro malgrado trovato totale chiusura da parte dei docenti e dei genitori rappresentanti degli altri plessi, che hanno proposto la formazione di 2 classi per ogni plesso, incuranti della  disomogeneità  dei numeri, delle ricadute sulla didattica, della scelta del modulo orario tra 30 e 36 ore fatta dalle famiglie, della presenza di n. 3 alunni con disabilità, obbligando la formazione di n. 2 classi con 28 alunni cadauna a Buguggiate,  e di n. 4 classi con 17 alunni per classe a Gazzada e Morazzone, con unica motivazione la “continuità didattica” degli alunni di Gazzada e la loro priorità in quanto sede centrale». 
 
Il dirigente Sabino Famiglietti, pur comprendendo le ragioni del disappunto, invita a riflettere sulla situazione anomala che era stata tollerata fino allo scorso anno: «Ci sono tagli continui, il contenimento della spesa. In altre scuole, le classi a 30 alunni sono realtà ormai consolidate. È chiaro che non fa piacere, ma oggi la stretta imposta dall’Ust non lascia alternative. Inoltre, perchè la normativa legata alla presenza dei disabili è purtroppo spesso disattesa perchè impossibile da applicare. La scuola di Buguggiate sta vivendo un boom legato alla bontà dell’offerta: molti degli iscritti non sono residenti e vengono da comuni limitrofi attirati proprio da questa fama. La legge, comunque, è chiara e i numeri sono regolari».
I genitori non si sono dati per vinti e hanno nuovamente coinvolto l’Ufficio scolastico: «Abbiamo richiesto  parere sull’obbligo di applicazione della delibera del CdI nonostante la evidente ed eclatante situazione di squilibrio tra le classi del plesso e le conseguenti ricadute negative sulla didattica per tutti gli iscritti, ottenendo però la conferma della validità formale di quanto deliberato».
 
Nessuna novità si prevede, dunque, entro settembre, se non l’attesa perizia richiesta sullo situazione statica della scuola di Gazzada, dove un’ala è chiusa dalla Pasqua scorsa dopo il cedimento della soletta: « Siamo ancora in attesa di conoscere i risultati di quella perizia – commenta il dirigente – Spero che il Comune intervenga per ripristinare l’utilizzo dei laboratori, soprattutto quello di informatica». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2013
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