Ortopedici in sciopero: “Siamo in balia delle assicurazioni”
Astensione dal lavoro, ad eccezione delle urgenze, per i medici di ortopedia e traumatologia che contestano la mancanza di tutele per chi opera in favore della salute dalla comunità
Alta adesione oggi, primo luglio, allo sciopero indetto dai medici ortopedici ospedalieri.
Anche a Varese hanno incrociato le bracci molti professionisti: l’ambulatorio ortopedico non ha effettuato visite mentre ha funzionato solo la sala chirurgica traumatologica delle urgenze. Meno elevata la partecipazione sul Verbano dove ha funzionato l’ambulatorio mentre la sala chirurgica non aveva casi programmati: « È un vero e proprio business a danno dei medici – afferma Michele Saccomanno, presidente della Nuova ASCOTI sindacato dei medici ortopedici – non c’è nessuna istituzione che tutela noi e il diritto alla salute dei pazienti. Le cause di risarcimento per presunti errori medici hanno raggiunto livelli enormi e le compagnie d’assicurazione giocano al rialzo con i premi assicurativi. La protesta di oggi registra un alto numero di adesioni, intorno al 90%, e nasce dal disagio dei pazienti e dalla frustrazione dei medici ortopedici, impossibilitati a corrispondere ai bisogni dell’utenza. Uno sciopero contro la propria indole, noi siamo per aiutare i pazienti, non per annotare sofferenze e liste di attesa, ma dobbiamo gridare e da oggi in poi alzeremo sempre di più la voce con tutti gli altri sindacati e associazioni mediche, che ringraziamo per il sostegno e la solidarietà unanimemente espress».
«Il decreto Balduzzi non riesce a partire, ma nella sua certificata incompletezza ha saltato a piè pari il problema della responsabilità professionale medica – continua il presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, Paolo Cherubino– ci ha lasciati al terzo mondo senza il riconoscimento legislativo dell’atto medico (a costo zero) e in balia delle assicurazioni. Padrone queste ultime di non risarcire i pazienti, di acquisire il frutto del nostro lavoro fino a 18 mila euro l’anno e pronte a disdettare ogni tutela al primo accenno di rischio».
«Il Ministro della Salute Lorenzin, messo a conoscenza di questi problemi, ha rifiutato ogni mediazione e ha pensato solo a ricorrere ai tagli sui ticket per recuperare soldi, ma non “salute -aggiunge Saccomanno – Se si impegnasse a rispondere a ciò che oggi rivendichiamo , diminuirebbe la medicina difensiva e noi medici corrisponderemmo con immediata e sicura professionalità ai pazienti. E elemento più importante: ritornerebbero i giovani verso le branche più delicate e complesse della chirurgia».
«Oggi è il primo giorno di una protesta che abbiamo il dovere di non fermare finché la sensibilità del Governo non trovi concretezza nelle soluzioni richieste» conclude Carlo De Roberto, presidente degli ortopedici ospedalieri italiani .
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