Pegoraro: “Ho fatto tutto da solo, l’unico obiettivo era il sindaco”

«Ho fatto tutto da solo, non c’è nessun piano ordito in collaborazione con altre persone e chiedo scusa nuovamente a tutti. Sono pentito anche per aver sparato a Laura Prati ma solo perchè me lo impone la mia religione cattolico cristiana». Giuseppe Pegoraro, l’ex-comandante dei Vigili di Cardano che ha sparato al sindaco Laura Prati e al suo vice Iametti, è stato interrogato questa mattina dal giudice per le indagini preliminari Luca Labianca e poi, per la seconda volta, dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra che voleva capire se dietro quella lucida follia di martedì ci fosse qualcosa di più articolato. Pegoraro ha confermato anche la tesi secondo la quale la lista di possibili bersagli che gli è stata trovata in auto era solo "depistaggio psicologico" – così lo ha definito davanti ai giudici – un diversivo per creare allarme. A conferma della sua teoria spiega perchè ha inserito, oltre alla giornalista della Prealpina e al giudice Novik, Ilda Bocassini: "Va di moda" – avrebbe detto al magistrato.  L’attentatore ha spiegato anche che Iametti è stato colpito perchè si è messo in mezzo tra la sua pistola e il suo vero obiettivo: il sindaco Laura Prati: "Era lei che volevo colpire ma senza ucciderla". L’uomo ha riconfermato anche di essere totalmente capace di intendere e di volere ma il sostituto procuratore ha chiesto comunque una perizia psichiatrica. Il gip deciderà domani la misura da adottare per l’ex-agente di polizia locale, una decisione che con tutta probabilità confermerà la misura cautelare in carcere. Per il momento rimarrà in isolamento nell’infermeria dell’istituo penitenziario bustocco, controllato a vista dagli agenti.