Per i metalmeccanici artigiani saltano le 40 ore settimanali
Con un accordo separato in Lombardia Fim e Uilm cancellano l'orario settimanale. Cgil: «È una deroga illegittima al contratto collettivo nazionale. Così l'orario di lavoro diventa completamente flessibile e in mano alle imprese»
Si è conclusa con un accordo separato sottoscritto da Fim Cisl e Uilm, la trattativa per il rinnovo del contratto regionale degli artigiani metalmeccanici. Un accordo che i metalmeccanici della Cgil bollano come illegittimo perché in deroga al contratto collettivo nazionale. «Di fatto – scrive in un comunicato stampa la Fiom – in cambio di un irrisorio aumento economico completamente variabile, si deroga e si cancella tutta la parte normativa del contratto collettivo nazionale artigiani in materia di orario di lavoro».
In base all’accordo i lavoratori metalmeccanici artigiani della Lombardia, attraverso l’introduzione di un orario “multiperiodale” non avranno più un orario settimanale di 40 ore. Le imprese potranno stabilire un orario da 32 a 48 ore senza l’obbligo di retribuire il lavoro straordinario in caso di superamento delle 40 ore settimanali.
In aggiunta a questo strumento, viene aumentata anche la flessibilità dell’orario di lavoro prevista dal contratto colletivo nazionale di un ulteriore 10% in cambio di un aumento della maggiorazione del solo 3% delle ore prestate, portando di fatto le ore di flessibilità annue a 132.
Viene introdotta anche una banca ore che, secondo la Fiom, per le modalità di funzionamento, è di fatto di esclusivo utilizzo delle imprese: il 50% delle ore accantonate verranno decise dall’azienda e il restante 50% potranno essere utilizzate dal lavoratore solo previo accordo con l’impresa.
«Con questi tre strumenti l’accordo sottoscritto da Fim e Uilm – continua il comunicato della Fiom Cgil – non solo introduce il principio che ogni regione può avere un orario di lavoro in deroga al contratto nazionale. L’aspetto più lesivo è che i lavoratori artigiani si troveranno nella condizione di essere completamente flessibili per tutto l’anno e, inoltre, in moltissimi casi lo saranno senza percepire le maggiorazioni previste in caso di lavoro straordinario».
Per quanto riguarda la parte economica dell’accordo viene introdotto un premio di risultato che, per come è strutturato e per dichiarazione delle stesse associazioni imprenditoriali dell’artigianato, per il 50% non sarà assolutamente raggiungibile dato che l’obbiettivo definito prevede che nel corso dell’anno si debba registrare un incremento pari all’8% della produzione manifatturiera artigiana. «Questo obiettivo – continua la nota – per la situazione economica e produttiva attuale non è per nulla credibile né praticabile. Quindi, il premio introdotto del valore pari a 320 euro lorde variabili per l’anno 2013 e di 480 euro per l’anno 2014, in realtà per metà del suo valore non sarà assolutamente raggiungibile. Quindi, considerando solo metà del valore del premio, si è di fronte al fatto che in cambio di un premio pari a 20 euro lorde mensili, i lavoratori avranno un orario completamente flessibile e pagato meno rispetto a quanto previsto dal Ccnl».
Non avendo sottoscritto l’accordo, per gli iscritti alla Fiom-Cgil non potranno essere applicati i punti peggiorativi dell’accordo regionale separato: «Per noi – conclude la Fiom – l’unico riferimento normativo rimane il CCNL artigiani metalmeccanici e in caso diverso valuteremo qualsiasi iniziativa utile alla tutela dei nostri iscritti e degli eventuali non iscritti».
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