Un intervento tanto delicato quanto complesso è stato effettuato, unico in Italia, su un paziente cinquantenne affetto da una rara dilatazione dell’arteria renale, un aneurisma dell’arteria renale.
Vista la gravità del caso, legata alla probabile e improvvisa rottura dell’aneurisma, due equipe chirurgiche universitarie dell’ospedale di Varese hanno chiesto e ottenuto dalla direzione dell’azienda una sala operatoria dedicata per poter effettuare il lungo e complesso intervento. Nel periodo estivo, la razionalizzazione delle attività chirurgiche a causa del personale ridotto ha indotto i sanitari a organizzare un evento speciale, durato oltre 12 ore.
«L’intervento prevedeva tre parti – ci spiega il Prof Luigi Boni, Direttore del Centro Ricerche in Chirurgia MiniInvasiva dell’ Università dell’ Insubria, e dirigente medico presso la Chirurgia Prima diretta dal professo Gianlorenzo Dionigi – La prima parte, che mi ha visto direttamente coinvolto coadiuvato da alcuni giovani ma validi collaboratori specializzandi in chirurgia generale, è consistita nel prelievo laparoscopico, quindi con tecnica mini-invasiva utilizzando 4 piccole incisioni addominali, del rene desto del paziente, ponendo massima cautela a non danneggiale lo stesso e i vasi sanguinei malati. La seconda parte, eseguita dall’équipe del Professor Giulio Carcano ( foto sotto), responsabile dell’Unità Semplice dei Trapianti e del Dr. Matteo Tozzi, ricercatore universitario del nostro Ateneo, dove il rene prelevato è stato sottoposto in ipotermia all’asportazione dell’aneurisma e alla ricostruzione con tecnica microchirurgica del piccolo vaso. La terza parte, realizzata sempre dall’équipe trapianti, ha re-impiantato il rene nel paziente stesso secono la tecnica consolidata del trapianto».

«Diversi sono gli elementi che rendono tale intervento eccezionale – spiega Boni – prima di tutto si deve sottolineare che, spesso, in situazioni del genere, il paziente deve essere sottoposto all’asportazione del rene che lo mette al riparo della temibile rottura dell’aneurisma, ma lo priva di un organo estremamente importate per la sua via. Tuttavia in centri di riferimento si esegue giustamente l’autotrapianto allo scopo di preservare il rene ma
solo in pochissimi ospedale il prelievo dell’organo dal paziente viene eseguito con tecnica mini-invasiva. Infine, in questo caso abbiamo utilizzato sia durante il prelievo che durante il re-impianto una particolare metodica denominata “
a fluorescenza” che permette di identificare le strutture vascolari e confermare la corretta vascolarizzazione del rene. Tale metodica, che aumenta i margini di sicurezza della procedura,
non è mai stato utilizzata al mondo per questo tipo di intervento. Tale tecnica a fluorescenza è a disposizione del Centro ricerche in Chirurgia Mini-Invasiva da qualche mese, in assoluta anteprima sul territorio nazionale a “costo zero” per il nostro ospedale poiché il Centro ricerche collabora spesso con le ditte che ci chiedo collaborazione clinica e di ricerca. Questo aspetto è sempre stato prioritario per la Chirurgia I sin dalle suo origini universitarie qui a Varese e ha trovato continuità il Professor Gianlorenzo Dionigi anche lui sempre attento alle nuove tecnologie da applicare alla chirurgia per migliorare risultati e sicurezza per il paziente».
Il paziente oggi sta bene, il rene re-impiantato è perfettamente funzionante e verrà dimesso a beve: « Vorrei – conclude Boni – fare qualche ringraziamento in particolare ai colleghi anestesisti, coordinati dal professor Salvatore Cuffari, al personale di sala operatoria soprattutto la Sig.ra Ilaria Grosso, la strumentista, che ha accettato di fare un turno di quasi 12 ore per non interrompere la continuità assistenziale in una procedura così complessa e la Sig.ra Cinzia Spinelli , coordinatrice del blocco operatorio per la sua dedizione e collaborazione. Infine un ringraziamento particolare al Dr. Tozzi, che non solo ha condotto magistralmente la parte della riparazione del vaso durante la parte microchirurgica e il trapianto dell’organo, ma anche coordinato tutta la gestione di questo delicato caso».».
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