I bilanci della sanità soffrono il solleone
Spunti e appunti di mezza estate di una cronaca cittadina sgradevolmente sollecitata, anche da vicende nazionali, a rivisitare il ricco museo locale dei passati errori politico-amministrativi
Spunti e appunti di mezza estate di una cronaca cittadina sgradevolmente sollecitata, anche da vicende nazionali, a rivisitare il ricco museo locale dei passati errori politico-amministrativi.
Il dramma delle carceri italiane e la vergognosa soluzione-tampone da parte del governo hanno ricordato alla nostra comunità che il Palazzo bosino a più riprese nell’arco di alcuni decenni, nemmeno quindi nel fulgore dell’era leghista, è riuscito a trasferire l’inospitale istituto di pena da via Morandi in una dignitosa sede, nuova e periferica.
Tra l’altro il progetto qualche passo l’aveva fatto, ma si rivelò fatale l’ubicazione proposta: un‘area in zona pregiata ai confini con Gazzada Schianno, ovvero con realtà che – imperante,almeno teoricamente, l’europeismo – hanno dovuto vigilare per evitare possibili invasioni territoriali da parte varesina.
La bufera giudiziaria sui Ligresti ha risvegliato da un fresco letargo i bradipi comunali, appunto sempre lentissimi nello scegliere la rotta e la velocità di navigazione.
La costruzione dell’Atahotel fu un atto di imperio di una burocrazia connessa per l’occasione all’organizzazione dei mondiali di ciclismo, sta di fatto che in termini di immagine non è stata un successo per chi si occupa di urbanistica e progresso cittadini, soprattutto dopo avere negato per anni agibilità a istituzioni che avevano fini di reale sviluppo, come la Camera di Commercio.
Il quotidiano “Libero” ha dato i voti agli ospedali eccellenti e peggiori d’Italia. E’ una pagella che riguarda alcune specialità: tra i promossi presente la nostra provincia e in particolare il “Circolo”, il tutto, ironia della sorte, nel tempo (leggi 4 mesi) del Ramadan di prestazioni imposto dalla lobby ciellina milanese che di fatto nega assistenza ai varesini per poter definire vittoriosi i loro bilanci sanitari.
Al “Circolo” dove sono previsti interventi chirurgici si dà, giustamente, la precedenza, ai casi urgenti e perciò vengono rinviati i ricoveri programmati da tempo, mentre il Pronto Soccorso è diventato un ospedale da fronte di guerra.
La riduzione a 400 letti di un ospedale come il nostro è inaccettabile: la risposta della città deve essere forte. A cominciare dalle istituzioni civiche ma anche sociali e del mondo del lavoro: non si può permettere che la salute pubblica sia solo attenzione di valutazioni ragionieristiche e non sensato impegno per la tutela di un diritto fondamentale di tutti i cittadini.
Siamo di fronte a negatività inaccettabili, sarebbero più tollerate se non servissero a enfatizzare a scopo politico la realtà sanitaria lombarda o anche, davanti alla evidenza dei fatti, a offrire giustificazioni di rara banalità. Come tali esse pure intollerabili.
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