Aborto: “Negli ospedali ci sono troppi obiettori”
Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale del PD, denuncia l'eccessiva presenza di ginecologi negli ospedali che si rifiutano di praticare l'interruzione di gravidanza
L’interruzione di gravidanza è un intervento che la legge 194 prevede e che regola con precise direttive. Si effettua nei centri ospedalieri dove, però, il personale può rifiutarsi di effettuare l’operazione per motivi etici. Si chiamano “obiettori di coscienza” e sono dispensati dal prestare assistenza a chi fa richiesta di abortire.
In un incontro, alcuni consiglieri del PD hanno denunciato alcune situazioni nelle aziende ospedaliere lombarde: « In Lombardia la legge 194 è disattesa. A confermarlo sono i dati sul numero di obiettori di coscienza fra ginecologi, anestesisti e paramedici presenti nei presidi ospedalieri lombardi nel 2012» ha dichiarato Sara Valmaggi, vicepresidente del Consiglio regionale che ha raccolto i dati.
Al Sant’Antonio Abate di Gallarate, per esempio, mancano i medici: dei dodici in reparto, tutti hanno fatto scelta di obiezione per cui si deve ricorrere a professionisti esterni in convenzione per esaudire, nei tempi previsti dalla legge, le richieste delle pazienti. Nel 2012, l’azienda ha effettuato 110 interventi. Leggermente diversa la situazione all’Ondoli di Angera dove ci si affida all’unico ginecologo disponibile che può contare su un anestesista e tre infermieri.
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