Don Barban lascia Coarezza
Dopo quarant'anni don Michele lascia la frazione di Somma Lombardo e si trasferisce a Crenna. "Quando sono arrivato mi guardavano con scetticismo ma questa sera ci saluteremo con una lacrimuccia"
“Quando sono arrivato a Coarezza sarei scappato. I primi vent’anni anni non sono stati facili. Ero come l’addetto che leggi i numeri del contatore: mal sopportato, guardato con sospetto. Poi le cose sono cambiate stasera ci saluteremo con qualche lacrimuccia”. Don Michele Barban, per 40 anni parroco della frazione sommese se ne va a Crenna. Quella di questa sera, domenica 29 settembre, sarà l’ultima messa festiva a Coarezza poi dal 1° ottobre sarà ufficialmente il “don” di Crenna.
Don Michele Barban è stato a lungo considerato un prete innovativo e a suo modo "rivoluzionario". Non c’è chi non lo conosca nel sud della Provincia e a Varese è noto soprattutto per essere stato il fondatore del Centro Gulliver.
“Il Vangelo di questa sera sembra fatto apposta per noi, per me e i miei parrocchiani”, dice.
Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
“Ecco: se in passato abbiamo avuto qualche difficoltà, dobbiamo perdonarci. E sono certo che stasera ci saluteremo con un po’ di nostalgia”.
Ma perchè lasciare una parrocchia dopo quarant’anni? “Ci ho pensato a lungo – risponde Don Michele – e sono arrivato alla conclusione che il mio tempo si fa breve. Devo lasciare spazio ad altri. Io torno a casa nel vero senso della parola: a Crenna non vivrò nella casa pastorale, tornerò nell’abitazione dei miei genitori. Ma non farà l’anacoreta: niente ritiro alla vita privata per dedicarmi alla preghiera e alla contemplazione, continuerò a fare quel che ho sempre fatto”
D’altro canto l’energia non gli manca “Ho 71 anni ma ho camminato tutti i giorni, a lungo nei boschi, lungo le rive del Ticino. Quest’estate con trenta parrocchiani siamo andati a piedi da Coarezza al Sacro Monte, quaranta chilometri”.
"E’ stato un bel rapporto quello costruito qui a Coarezza con i miei parrocchiani, faticoso ma intenso. Questo paesino quando sono arrivato era considerato l’ultimo paese che il “signur l’ha fai”; in effetti pochi metri più in là c’è la diga e si cambia regione. Erano un po’ chiusi, ostili al nuovo ma io non ho ceduto: mi sono messo a studiare anche un po’ di psicologia e alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Oggi anche questo capitolo si chiude. E per Don Barban, come per i parrocchiani di Coarezza, se ne apre un altro.
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