I “No Elcon” assediano la casa del vice-sindaco
Una decina di attivisti del comitato si è presentato sotto l'abitazione di Luca Galli. Urla di scherno e poi la lite con un vicino di casa uscito in strada per allontanarli. Condanna di Farisoglio "Sceneggiata indegna"
«Una sceneggiata indegna». Il sindaco di Castellanza Fabrizio Farisoglio, durante la conferenza stampa sulla questione Elcon, è furioso per la manifestazione rumorosa e un po’ fuori dalle righe che si è svolta mercoledì sera davanti a casa del vice-sindaco Luca Galli da parte di una decina di persone che sarebbero appartenenti al comitato Assemblea Popolare No Elcon: «Lo ritengo un atto esecrabile che colpisce per l’ennesima volta un amministratore locale – sostiene Farisoglio – e ancor più da condannare in quanto un vicino di casa è intervenuto sulla strada ed è stato anche schiaffeggiato». Da parte dei Carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio arriva la conferma, una pattuglia di Castellanza è intervenuta attorno alle 22 di mercoledì per calmare gli animi che si erano accesi e ricostruire quanto avvenuto. Al momento non vi sono denunce e l’identificazione delle persone che hanno preso parte all’iniziativa è in corso.
«Il comportamento di questo comitato durante tutta questa vicenda è stato inutile e dannoso – ha sottolineato ancora Farisoglio – a differenza dell’altro comitato, Valle Olona Respira, che si è sempre comportato civilmente e ha dato voce in maniera serena e corretta alle istanze della popolazione di questo territorio». Subito dopo il sindaco ha voluto fare il punto della situazione dopo che la Commissione tecnica sulla valutazione dell’impatto ambientale ha respinto, definitivamente, il progetto della società israeliana Elcon che voleva realizzare un impianto di trattamento di rifiuti chimici all’interno dell’ex-polo Montedison: «Io non rinnego nulla di quello che è stato fatto da me. – spiega il sindaco – La proposta poteva essere un’opportunità ma gli approfondimenti hanno fatto maturare un giudizio negativo. Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito in maniera positiva alla giusta conclusione di questa vicenda, ringrazio Marsico e Alfieri perchè si sono spesi molto».
Ma la domanda che tutti si pongono è: adesso cosa ne sarà del polo chimico? «Quel sito – prosegue Farisoglio – è oggetto di attenzione da 10 anni tra enti locali e regione, per la caratterizzazione del sottosuolo. Al momento possiamo stare tranquilli perchè è attivo un piano di sicurezza operativa da 4 anni, a protezione della falda potabile c’è una barriera di sicurezza». Questo rassicura chi teme l’inquinamento della falda acquifera ma i comitati chiedono una bonifica totale e, magari, la realizzazione di un’area verde. Qui cominciano i problemi, visto che il polo chimico nel territorio di Castellanza è tutto in mano ai privati, le tre aziende che vi operano e cioè la Chemisol, la Perstorp e la Tmc: «Su 260 mila mq totali (compresa l’area logistica di Olgiate Olona, ndr) circa il 30-40% della superficie è inquinata, la zona contaminata anche fino a 8-9 metri di profondità è quasi tutta nel Comune di Castellanza – aggiunge ancora il primo cittadino – la bonifica tanto evocata costa uno sproposito di soldi, si parla di decine e decine di milioni di euro, se non centinaia».
Il Comune e la Chemisol, che è proprietaria di una parte consistente dell’area più a ridosso del centro abitato, hanno già preso contatti in passato su questo argomento ma la soluzione del problema non è affatto facile: «C’è da cambiare la destinazione urbanistica nell’area a ridosso della ferrovia – spiega Farisoglio – attualmente pgt dice chel’area è tutta industriale ma puntiamo a trasformarla, compatibilmente con la bonifica, in terziario e residenziale». Secondo il sindaco il percorso storico industriale del polo chimico di Castellanza è finito. Dei 1500 lavoratori dell’epoca d’oro della chimica ne restano una trentina e si sta smontando la centrale termica e gli impianti inutilizzati». Secondo il borgomastro è dunque auspicabile che, entro la fine del suo mandato, si possa almeno impostare la riconversione della parte del vecchio centro di ricerca, alle spalle della vecchia stazione di Castellanza, ma solo se vi saranno privati pronti a investire.
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