Il “miracolo” dell’acqua potabile che va in salita
La sorgente che alimenta l'acquedotto si trova a 1,3 chilometri dal centro di Mare Rouge, con un dislivello di 200 metri
Una grande opera è un servizio che cambia la vita delle persone. È quello che è accaduto a Mare Rouge esattamente un anno fa, quando è stato aperto l’acquedotto che oggi fornisce l’acqua potabile a circa 16mila persone, in quattro diversi punti di distribuzione (di cui ho scritto l’altro giorno).
Questa mattina sono andato con Leon Nocles, l’ingegnere di Mare Rouge che ha coordinato i lavori, alla scoperta di questa “grande opera”, dalla fonte fino al punto di raccolta in centro al paese. La sorgente si trova a 1,3 chilometri dal centro, con un dislivello di 200 metri.
«Mentre si lavorava a stendere i tubi che dovevano portare in alto l’acqua – racconta Leon -, la gente del posto ci prendeva anche in giro. Dicevano che l’acqua non può andare in alto, ma solo in basso. Sostenevano che eravamo matti».
L’acquedotto è stato costruito dalla Parrocchia Sant’Annna, dove operano don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, su progetti realizzati dai volontari varesini di Abbiate Guazzone e con l’aiuto delle persone del posto, tra muratori, elettricisti e manovalanza varia. Il tutto con il supporto logistico dell’associazione Filomondo per l’approvvigionamento dei materiali.
La sorgente è il punto dove tutte le persone del centro di Mare Rouge andavano a prendere l’acqua potabile ogni giorno. «I bambini si alzavano al mattino alle 3 per potervi andare, per loro è un tragitto più o meno lungo a seconda da dove partono – continua Leon -. Poi c’era da fare al coda alla fonte e in seguito tornare su a Mare Rouge con le taniche piene. Se riuscivano andavano a scuola, e lì molti si addormentavano. Siamo arrivati a un punto che costruire l’acquedotto è diventata una necessità e possiamo solo ringraziare la determinazione della parrocchia che ha trovato anche le risorse, e dei volontari che ci hanno donato il loro tempo».
Sulla strada per la sorgente si incontrano ancora tanti bambini che vanno a riempire le taniche. Sono quelli della zona che non vanno su in centro. La strada è davvero impervia e il dislivello di 200 metri su poco più di un chilometro provoca una forte pendenza. Pensare che la facevano quasi di notte i bambini, perdendo tante ore della giornata, fa sempre un certo effetto.
Alla fonte è stata realizzata una vasca di raccolta che manda poi l’acqua in salita al centro di raccolta. Ci rifacciamo quindi la strada a ritroso per arrivare al punto di distribuzione. Ed ecco che ci si trova di fronte a una spianata di pennelli solari, necessari a raccogliere l’energia per azionare le pompe che “tirano” su l’acqua.
Da qui viene tutto raccolto in una cisterna e dove si smista nei quattro punti di distribuzione. «Quando abbiamo aperto per la prima volta l’acquedotto è stata una vera festa – spiega Leon -. Anche gli increduli e quelli che ci prendevano in giro hanno capito e apprezzato tutto il lavoro». Oggi l’acqua viene caricata nella cisterna al mattino e distribuita al pomeriggio dalle 13 alle 19. «Abbiamo iniziato con quattro ore al giorno di distribuzione, adesso siamo passati a sei – conclude Leon -. L’ideale sarebbe poter aumentare la portata dell’acqua e creare nuovi punti di distribuzione anche per chi vive in zone più lontane. Ma questo è un lavoro che si farà col tempo. Adesso ci godiamo questo miracolo».
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