Il senzatetto di viale Cadorna “non è responsabilità dei Servizi Sociali”

Dopo le polemiche sulla rimozione della panchina su cui vive un senzatetto parla l'assessore Ivo Azzimonti e spiega: "non possiamo aiutare chi non vuole". Intanto per il rifugio sembra muoversi qualcosa "seguendo altre strade, alternative alle ferrovie"

Ivo Azzimonti è lontano, molto lontano, dalle polemiche che stanno avvolgendo i Servizi Sociali di Busto Arsizio dopo il caso dello "sfratto" del senzatetto che vive su una panchina di viale Cadorna. «Sono via da due settimane, è successo qualcosa?» chiede l’assessore, raggiunto telefonicamente sulle vette delle Dolomiti. Una volta messo al corrente della vicenda, però, Azzimonti non ci sta a rimanere con il cerino in mano di una situazione molto complessa. «Quello di questa persona è il classico esempio di chi non vuole essere aiutato -spiega l’assessore- ma noi possiamo fare poco». Il responsabile dei Servizi Sociali della città assicura che il senza dimora è una presenza nota al personale di via Roma «ma si tratta di una persona lucida» e quindi «senza un Trattamento Sanitario Obbligatorio del Tribunale non lo possiamo obbligare a fare qualcosa».
Anche l’assessore riconosce però che «un problema c’è ed è sia sanitario che per le persone e le attività della zona in cui gravita il senzatetto» ma i servizi sociali hanno le mani legate. «Ci abbiamo provato ad aiutarlo -assicura Azzimonti- ma se non c’è la volontà diretta della persona noi non possiamo intervenire. Non possiamo fare nulla con la forza». Dunque, la presenza di un uomo che vive ai margini del principale viale della città e che viene definito dai sanitari un "pericolo per la salute pubblica" «non è una competenza diretta del Servizio Sociale», afferma l’Assessore.
Ciò su cui l’amministrazione avrebbe -ed ha- una competenza molto importante è invece il rifugio per i senzatetto, bloccato da anni. Azzimonti rivela che però la situazione potrebbe essere ad un punto di svolta. «Durante l’estate c’è stato un incontro tra il Sindaco Farioli e Aler e in questi giorni dovrebbe arrivare una proposta» per la locazione di un immobile in cui installare il rifugio e attivare il progetto di reinserimento sociale. Stiamo parlando di Aler, l’azienda che gestisce l’edilizia popolare, non Rete Ferroviaria Italiana, la società con la quale erano iniziate le trattative per la concessione di un ex ufficio della stazione. La trattativa con le ferrovie, infatti, sembra essere finita su un binario morto. Anche i contatti con l’Osservatorio Nazionale sul Disagio nelle Stazioni -il progetto di RFI che ha già concesso spazi gratuiti per l’apertura di strutture di accoglienza per i senzatetto nelle stazioni di oltre 15 città in Italia- sembrano essersi arenati per Busto Arsizio che quindi ha deciso di «seguire altre strade, alternative alle ferrovie». Ma per avere informazioni più dettagliate l’appuntamento è rimandato a settembre, quando sarà convocato il tavolo con le realtà della rete Vo.La.Re e saranno resi noti i termini del lavoro di questa estate. E intanto si dovrà pensare anche ad una soluzione tampone per il prossimo inverno.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 01 Settembre 2013
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.