Impossibile indagare sul maxi rave

Archiviate 300 denunce, reati prescritti per la festa illegale del capodanno 2008 a Vedano Olona. Il fenomeno delle feste illegali era stato già colpito da un maxiprocesso

La procura di Varese ha chiesto l’archiviazione da ogni accusa per circa 300 persone che, nel 2008, parteciparono al maxi rave della cartiera di Vedano Olona: una gigantesca festa illegale durata sei giorni, che tenne tutti con il fiato sospeso. I reati sono ormai prescritti: ovvero l’occupazione di spazi privati, danneggiamento, l’ostacolo alla circolazione; persino un incendio. 

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Rave party a Vedano Olona 4 di 12

(nella foto, i reduci di quella festa, al quarto giorno di rave)

LE AUTO DEI GENITORI
Dentro la cartiera, migliaia di giovani si lanciarono in danze tribali, giorno e notte, con gli amplificatori sempre in funzione e nessuna misura di sicurezza. Difficile però l’identificazione degli indagati. All’esterno, vi erano centinaia di macchine e furgoni che occuparono gli spazi e costrinsero vigili e protezione civile a un superlavoro nei giorni di capodanno. Il fascicolo con le denunce è in questi anni passato attraversi vari uffici ma alla fine la magistratura ha dovuto dare forfait per la prescrizione.  In generale, non è per nulla facile identificare i giovani ai rave party. Va detto che in quell’occasione la digos tenne un comportamento ineccepibile, cercando di contenere i danni, non provocare nessuno e aspettare che i giovani, che consumarono anche droghe, sfollassero da soli. Non si fece male nessuno, e questo è già un successo.
Il rave, secondo quanto risultava alla digos, fu organizzato da un giro di deejay francesi, e fu preparato, il 30 dicembre del 2007, da un blitz di una carovana di automezzi, convocata grazie a un tam tam su internet, che coinvolse persone da mezza Italia. 

I PRECEDENTI
Un tentativo di portare a processo i partecipanti di un rave party illegale venne fatto dalla procura di Varese nel 2010:
allora 114 persone denunciate nel corso di un raduno illegale a Caldè, nel comune di Castelveccana, finirono alla sbarra. Dopo 4 anni di indagini e tre maxiudienze nell’aula bunker del tribunale, quasi tutte impiegate per smistare le mancate notifiche e le eccezioni preliminari, i presunti partecipanti, fermati in un parcheggio adiacente alle vecchie fornaci, furono tutti assolti perché il fatto non costituisce reato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2013
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