Le nostre valli, la nostra gente
Abbiamo girato attorno ai paesi che formano il tessuto sociale della zona più verde della provincia. Terra di profonda cultura e di sconfinata provincia
«A Milano hanno l’Expo, qui Corni e pecc». A prima vista il paragone fa sorridere, ma in questi giorni passati nel nord della provincia dove il tempo un po’ davvero si è fermato, quest’affermazione ha un senso che va oltre l’occasione rappresentata dal grande evento, per trarre da esso un beneficio. Il grande evento, infatti, è qui la vita di tutti i giorni portata e vissuta con grande forza e intensità. Anzi le manifestazioni che si susseguono, le sagre, le feste rappresentano realmente (hanno rappresentato, meglio dire, soprattutto in passato visto i tempi che corrono) occasioni d’oro per completare quell’acciottolato o rivedere quella strada, sistemar quella cappelletta e rifare una facciata, così da far proseguire l’amore per i luoghi fino ad oggi. Ecco allora che paesi lontani dal fondovalle come Brissago Valtravaglia diventano una sorpresa. Grantola non è solo “la Grantola”, la strada che si fa quando si scende da Cunardo, – altro paese dalle ricchezze immense – ma diventa un paese che racchiude storie e persino misteri. Idem per Mesenzana, che la si attraversa passando dalla statale, ma che una volta lasciato alle spalle l’asfalto custodisce una storia antichissima. Per non parlare di Valganna, immensa e immersa nel suo verde. E i due gioielli di Bedero Valcuvia e Masciago. In molti ci avete seguito in questi paesi in cui anche le pietre parlano di storia. Posti lontani dalle mete turistiche e forse per questo ancora vergini. Bene: dalla Valtravaglia alla Valcuvia, dalla Valganna alla Valmarchirolo, l’orgoglio con cui gli amministratori e i cittadini di questi centri hanno presentato le loro ricchezze ha in alcuni momenti quasi commosso.
I NUMERI Pochi residenti, ma tanta attenzione in questo territorio che ha regalato ai lettori di Varesenews più di 17 mila visitatori unici attraverso 1200 post realizzati e oltre 250.000 minuti complessivi passati sui live.
LE PERSONE Oltre 200 le persone fotografate e con le quali abbiamo avuto un contatto.
L’ECONOMIA – Salvo rari casi, le produzioni di un tempo che si svilupparono attorno le vie d’acqua oggi sono un ricordo. Il Maglio di Ghirla ne è un esempio, il mulino Rigamonti è l’eccezione che conferma l regola, coi suoi macchinari del ‘700 ancora in funzione. L’economia che trae linfa sul posto vive oggi attorno alle grandi vie di comunicazione di fondovalle, con capannoni e aree industriali che non sono il massimo, ma che rappresentano la condizione necessaria per l’impresa. Molti i frontalieri: quest’area rappresenta – in misura minore che il Luinese – un buon bacino dove la Svizzera trova mano d’opera. Tantissime le imprese artigiane che resistono, molte faticano, altrettante chiudono. Un problema da segnalare sta nelle reti di trasmissione dati, che in alcune zone della Valganna sono del tutto carenti e che rappresentano già da ora un investimento necessario.
IL FUTURO Cosa succederà a questi posti? Non è una domanda da nulla se si pensa che molti comuni in passato hanno già giovato dei fondi europei per la riconversione industriale, che ora non ci sono più. Cosa accadrà in un territorio dalle ampie capacità turistiche benché privo di strutture ricettive? Difficile dirlo. Intanto un argomento di cui si parla nei comuni interessati è la fusione. Presto ci sarà un referendum consuntivo tra i cittadini di Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Grantola, Masciago Primo e Mesenzana. Una soluzione logica per combattere gli sprechi, che molti valutano tuttavia in termini critici rispetto all’importanza del mantenimento dell’identità locale. La realtà dei numeri, e delle necessità di bilancio, i rischi di “perdere” per strada la comunità, può essere vinta solo continuando a credere fortemente nell’importanza delle tradizioni, come questo territorio sta facendo.
Per conoscere tutto del #141tour
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