Multe gonfiate, i vigili puntano il dito contro la Maggioli
Parla il difensore dei tre agenti di Polizia Locale casoratesi che spiega la linea difensiva: "I verbali originali doveva redarli la società che gestiva la spedizione delle notifiche, le spese le gonfiavano loro"
Multe gonfiate, i vigili si difendono e puntano il dito contro la Maggioli, società che per tutto il 2011 ha inviato a casa dei trasgressori le notifiche delle ammende comminate dagli agenti di Polizia Locale di Casorate Sempione. Pietro Romano, il legale della comandante Caterina Buffardeci e degli agenti Roberta Lucchese e Paolo Macchi, indagati per truffa e falso dal sostituto procuratore Pasquale Addesso, è convinto di aver chiarito le responsabilità – sempre che ve ne siano – della vicenda delle 4 mila multe gonfiate di Casorate Sempione.
«Le accuse mosse ai miei clienti partono da presupposti che consideriamo errati – spiega Romano – in primis ci sono delle sentenze della Corte di Cassazione sul punto e chiariscono che in questi casi le copie conformi, anche in assenza di verbale originale, non possono essere considerate nulle o illegittime. Il punto vero è un altro: a Casorate esisteva un accordo secondo il quale doveva essere la società Maggioli a dover redarre i verbali originali e questo emerge anche dal fatto che ogni settimana la società in questione mandava una mail con allegate le notifiche inviate e i verbali originali, cosa che non hanno fatto sempre». Secondo l’avvocato, dunque, non era responsabilità della Polizia Locale preparare i verbali originali ed è per questo che dalla perquisizione non sarebbero emersi, inoltre il difensore sottolinea che la comandante aveva proprio chiesto di inserire nella convenzione con la Maggioli questa incombenza in quanto il comando era sottodimensionato e non avrebbe potuto farsi carico di questo compito.
Romano, poi, specifica che era noto a tutti che all’interno del comando vi fosse una dipendente della Maggioli che inseriva i dati nel cosiddetto servizio “Concilia” e che poi questi venivano inviati alla sede centrale che provvedeva a mandare le notifiche ai trasgressori inserendo – di sua sponte – le famose “spese di gestione” che facevano lievitare l’importo. Inoltre Romano osserva che era sempre la Maggioli a ricaricare le stesse spese di gestione in caso di seconda notifica, anche se queste non erano state nuovamente sostenute: «Per spese di gestione, infatti, si intendono una serie di procedure che vengono fatte solo la prima volta e non per le notifiche successive – spiega – dunque non è responsabilità degli agenti di Polizia Locale occuparsi di questo». A far riflettere è un dato: il Comune di Casorate, nel 2011, ha incassato circa 208 mila euro dalle multe, di questi soldi ben 124 mila sono andati alla Maggioli, più della metà.
Per quanto riguarda l’accusa di truffa, infine, l’avvocato contesta l’interpretazione data all’ articolo 201 del codice della strada da parte del magistrato: «Secondo il pm al trasgressore dovrebbero essere addebitate le sole spese di notifica e accertamento, inteso come verifica al Pra della targa e del proprietario, ma ho portato le delibere di almeno 100 comuni in tutta Italia dove si addebitano anche le spese più assurde, a Brindisi quella del toner della stampante, in molti comuni (come a Casorate Sempione) il costo della foto e dell’uso dell’apparecchio che rileva la velocità – sostiene Romano – quindi andrebbero indagate tutte le amministrazioni d’Italia». Infine il difensore fa notare due cose: «Da quando non c’è più la Maggioli ma la Igea a Casorate non ci sono più contestazioni ed è per lo stesso motivo che ritengo che la richiesta di interdizione dei miei clienti sia da ritenere comunque superata, proprio perchè da quando a gestire il servizio è la nuova società questo non accade più».
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