Una “rete” tra i comuni varesini per alleggerire le tasse sulle aziende

La proposta è di Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese, all’indomani della decisione del Governo sulla Service Tax

Non si può certo dire che in fatto di tassazione locale non regni la confusione. L’Imu sulla prima casa resusciterà, molto probabilmente già a partire dal 2014, nella Service Tax. Questa sarà dovuta sia dai proprietari che dagli inquilini, secondo criteri che attribuiscono ai Comuni ampia discrezionalità nella determinazione delle aliquote e delle eventuali esenzioni. Con la Service Tax ci si allinea, giustamente, a quanto già avviene nei principali Paesi Europei trasformando una imposta sulla proprietà in una tassa di utilizzo dei servizi. Ma con la non poco rilevante differenza che, mentre all’estero le imposte dovute dalle imprese sugli immobili sono deducibili interamente, da noi lo sono parzialmente e solo ai fini delle determinazione dei redditi e non dell’Irap.

Ciò che preoccupa Confartigianato Imprese Varese

Secondo Mauro Colombo (foto sopra) il rischio è che anche questa volta a pagare siano soprattutto le aziende. «Ne abbiamo avuto esperienza prima con l’Imue poi con la Tares – dice il direttore di Confartigianato imprese Varese -. Non sempre da parte dei Comuni c’è stata sufficiente attenzione alle attività produttive. Tanto che le aliquote Imu e i costi dello smaltimento dei rifiuti sono aumentati più che proporzionalmente proprio a carico delle imprese. Non possiamo più accettare l’applicazione di una tassazione sempre più iniqua e ormai insostenibile.. E’ tempo di creare le condizioni più favorevoli per alleggerire l’imposizione fiscale a carico delle imprese, perché di questa Service Tax non sono chiari i contenuti e potrebbe rivelarsi più penalizzante di Imu e Tares messe insieme»

Discrezionalità ma trasparenza
La discrezionalità impositiva riconosciuta alle amministrazioni pubbliche locali, richiede un maggiore impegno da parte dei cittadini e delle imprese nel monitorare come viene realizzato il servizio pubblico e come vengono di conseguenza impiegate le risorse. «Le amministrazioni locali devono dimostrare di essere in grado di programmare e di gestire le proprie spese e i servizi (determinandone i costi di copertura) per la collettività e le imprese. E’ per questo che si fa sempre più importante l’apertura di un dialogo continuo e trasparente tra imprenditoria, cittadini e pubblica amministrazione. Così come chiesto dalla nostra Associazione mesi fa con la costituzione dell’Agenzia delle Uscite: controllare come il gettito fiscale raccolto dai comuni sia speso a favore della collettività e con servizi sempre più innovativi, o migliorati rispetto a quelli tradizionali, per rendere più attrattivo il nostro territorio e competitive le nostre imprese».

La nostra proposta: la “rete” tra pubbliche amministrazioni
Lo si chiede spesso alle imprese: fare “rete” può rappresentare una valida soluzione alle richieste del mercato perché si possono ottimizzare i servizi risparmiando su alcuni costi. «Noi lo chiediamo alle amministrazioni locali», incalza il direttore dell’Associazione di Viale Milano. «L’accorpamento di alcuni comuni potrebbe portare ad una determinazione più trasparente dei costi dei servizi e ad una valutazione reale dell’impatto degli oneri fiscali che ricadono su cittadini e imprese. La fusione di alcuni servizi pubblici, poi, potrebbe ottimizzare la qualità dei servizi e razionalizzare i costi».

Cosa fare
«Meglio procedere per punti, ma senza più perdite di tempo: rivisitare l’impianto della tassazione locale (che deve essere più equilibrato e sostenibile da parte delle aziende), fondare le scelte delle amministrazioni locali su una collaborazione totale con imprenditori, associazioni di categoria, cittadini; introdurre forti e trasparenti meccanismi di razionalizzazione e gestione nelle macchine amministrative», prosegue Colombo. Solo così i comuni potranno tentare, per una volta, di fare l’interesse delle loro imprese.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Settembre 2013
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