Autogrill licenzia a Malpensa, via 78 dipendenti su 114
Aperta la procedura di mobilità, per la rinuncia a gestire alcuni spazi ristorazione in aeroporto. La Cgil: "Atto socialmente irresponsabile, salvaguardare continuità del lavoro"
Autogrill avvia il licenziamento collettivo per 78 dipendenti su 114 che lavorano negli spazi ristorazione di Malpensa. La comunicazione è di due giorni fa e nasce dalla rinuncia a gestire alcuni punti all’interno del Terminal 1 nei punti vendita Ciao, Spizzico e Sky Lounge al piano mezzanino delle partenze (le zone verso i gate) e nel punto bar "A Cafe" al piano check-in.
Autogrill licenzia perché rinuncia al contratto per la gestione degli spazi affidati da Sea, prevista "con decorrenza programmata al 31 dicembre 2013". «Sono 78 esuberi in aree dove non si dismette l’attività» ragiona Pino Pizzo, della Filcams Cgil, che parla di «un atto molto forte e strumentale, direi irresponsabile dal punto sociale». Insomma: non scompaiono i posti di lavoro, ma scompaiono i lavoratori, oggi licenziati e chissà se riassunti in futuro o sostituiti. «Credo che Autogrill prima di aprire una procedura di mobilità, da azienda con un codice etico e sapendo che quelle attività non saranno abbandonate, avrebbe dovuto aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti, sindacato compreso, per riallocare i lavoratori e dare continuità di lavoro».
Per ora, invece, parte la procedura: del resto Autogrill sta attuando una profonda ristrutturazione su tutto il territorio italiano, si parla di 2000 lavoratori di due anni. Nella comunicazione Autogrill precisa che riaprirà un nuovo spazio Sky Lounge nella cosiddetta area "land inside", ma l’azienda spiega che la nuova attività potrà «assorbire una piccola parte» del personale e delle ore considerate in eccesso. «L’apertura della procedura di mobilità deve e può essere solo sul criterio della volontarietà in uscita, valutando la possibilità di attivare altri ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione in deroga, se rinnovata e prorogata nel 2014. Non accetteremo scambi e assunzioni ex novo da altri soggetti, senza la la tutela reale delle condizioni attualmente in essere per i lavoratori in forza». La maggior parte del personale sono donne, molte con contratti part-time, diverse «con mariti senza lavoro o in cassa integrazione».
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