Come sta la lingua italiana? Gli esperti si confrontano all’Insubria
L'incontro “L'italiano oggi - La lingua italiana nel mondo e in Italia” è in programma martedì 29 ottobre nell'aula magna di Via Dunant
Qual è lo stato di salute dell’italiano? La nostra lingua è diffusa all’estero? L’inglese è davvero una minaccia? A questi interrogativi risponderanno gli esperti di lingua italiana chiamati a dibattere a Varese, nel corso dell’incontro “L’italiano oggi – La lingua italiana nel mondo e in Italia”, in programma martedì 29 ottobre 2013, dalle ore 14.30, alle ore 19.00, nell’Aula Magna di via Dunant 3, a Varese. La giornata di studio è organizzata dal Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con il Centro di Storie Locali dell’Università dell’Insubria (International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities), in occasione della “Settimana della lingua italiana nel mondo”, promossa dal Ministero degli Affari Esteri. Il convegno rappresenta un momento di riflessione sullo stato della lingua italiana oggi fuori e dentro i confini dell’Italia: saranno, inoltre, oggetto di approfondimento la diffusione “globale” della lingua inglese, gli aspetti linbguistici legati all’integrazione e al multiculturalismo e il caso “Argentina”; il convegno, infine, intende inaugurare una sorta di osservatorio permanente, con cadenza annuale, sull’evoluzione della lingua italiana in Italia e nel mondo.
Dopo i saluti dei professori Ezio Vaccari, direttore del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, e Fabio Minazzi, presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, introduce i lavori la dottoressa Alessandra Vicentini (Università degli Studi dell’Insubria); a seguire “La lingua italiana nel mondo e in Italia” con i professori Gianmarco Gaspari e Giulio Facchetti (Università degli Studi dell’Insubria). Per la sezione “Contatti e contaminazioni”: intervengono i professori Giovanni Iamartino (Università degli Studi di Milano) e Armando Gnisci (Accademia Europea di Londra). Segue l’esibizione musicale “Tanguediaduo”, con Barbara Tartari (flauto) e Claudio Farinone (chitarra), su brani di Astor Piazzolla.
“L’italiano degli argentini” del dottor Sabatino Annecchiarico (Università degli Studi dell’Insubria) e le testimonianze degli studenti dell’Insubria: Domagoj Havliček, Oneda Kabali, Issa Seganga Hassani, Leonard Selaj “Stranieri ma non troppo” chiuderanno la sessione di lavori prima del dibattito.
«L’italiano ha una diffusione importante in diversi Paesi del Mondo – spiega il professor Gianmarco Gaspari, docente di Letteratura Italiana all’Università dell’Insubria e organizzatore dell’iniziativa – nei quali non è lingua ufficiale a causa di diverse vicende storiche (emigrazione, presenza coloniale, annessione ad altri Paesi), il che ha comportato e comporta un’evoluzione specifica e del tutto particolare nel contatto con altre lingue e culture autoctone». La giornata di studio toccherà anche il caso particolare dell’Argentina, e per questo ha ottenuto il patrocinio di un importante ateneo argentino, l’Università CAECE di Mar del Plata, impegnata nella promozione della lingua italiana nel Paese, e del Consolato Generale e del Centro di Promozione della Repubblica Argentina in Italia. Tra gli altri aspetti che saranno approfonditi nel corso dell’incontro vi sono le modifiche subite dall’italiano nell’ultimo cinquantennio, a seguito degli apporti linguistici di diversi immigrati – dal nord Africa e dall’America Latina prima, dai Paesi dell’ex blocco comunista più di recente – che hanno contribuito a mutarne l’aspetto e l’uso, oltre che a plasmare una lingua specifica degli immigrati in Italia. «Il riferimento alla città di Varese, sede della giornata di studio, è significativo per la presenza di varie comunità di immigrati che vi si sono succedute, stratificate e radicate negli anni – continua il professor Gaspari – . La riflessione toccherà anche l’inglese: lingua franca della scienza e della comunicazione a livello mondiale, che sembra oggi erodere la presenza dell’italiano in diversi settori specialistici, dall’economia ai media, supportata da politiche governative e ministeriali che la spingono a sostituire l’italiano come meta-lingua formativa: si pensi all’attualissimo dibattito sui corsi di laurea impartiti in lingua inglese».
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