E chi non condivide è fuori dal gruppo
La piattaforma di Google si basa su un concetto semplice ma rivoluzionario per l'organizzazione del lavoro: al centro ci sono le informazioni le persone stanno intorno
Nel mondo sono oltre cinque milioni le imprese che utilizzano la piattaforma Google Enterprise. In Italia, prima di Whirlpool, ci avevano già pensato la De Agostini, Autogrill, l’ospedale di Varese, i Comuni di Novara, Cesena e Ferrara, solo per citare alcuni casi.
La piattaforma si basa su un concetto semplice ma rivoluzionario: al centro ci sono le informazioni, le persone invece stanno intorno. Un documento, dunque, non si «passa» a un collega, ma si «condivide». «Sono da tre anni in Google – dice Luca Giuratrabocchetta (foto), country manager Google Enterprise Italia – e appena sono arrivato anch’io mi sono scontrato con questa logica sentendomi un po’ stupido. Ho imparato presto, perché si lavora meglio e si guadagna tempo. È un processo che non si puo’ evitare e chi si rifiuta viene immediatamente isolato dal gruppo di lavoro».
Se la nuova piattaforma utilizzata da Whirlpool porterà il lavoro ad assomigliare molto alla vita quotidiana, si porrà anche il problema di distinguere il tempo di lavoro dalla vita privata. «In realtà – spiega Kathy Nelson, vicepresidente risorse umane di Whirlpool Emea – il lavoratore sarà messo nelle condizioni di esprimersi al meglio nel proprio lavoro e di avere la possibilità di lavorare insieme nei modi e nei tempi più opportuni per ognuno, sia che si trovi in ufficio, a casa o in viaggio».
La nuova piattaforma permette di superare ostacoli dovuti a fusi orari e e distanze che quando si parla di Whirlpool sono notevoli, essendo presente in ben 28 Paesi dove si parlano 23 lingue diverse. «Questo è un progetto – continua Kathy Nelson – che si sviluppa attraverso una nuova organizzazione che non tiene conto dell’età e del rango, ma di un nuovo modo di lavorare insieme».
Roberta Vanetti è da 22 anni in Whirlpool, non è una nativa digitale e ricopre il ruolo strategico di social media manager. «Non è necessario essere nativi digitali per utilizzare le nuove piattaforme – spiega la manager -. Ci sono anche tanti immigrati digitali che vogliono capire come funzionano per migliorarsi sul lavoro. Ecco perché abbiamo fondato la scuola digitale: inizialmente è nata per gli addetti ai lavori, soprattutto del marketing e della comunicazione, per poi essere estesa a tutte le funzioni aziendali».
Oggi 35 dirigenti di Whirlpool si riuniranno in una stanza per il «kick off», cioè il debutto ufficiale della nuova piattaforma. E chi non condivide è fuori dal gruppo.
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