Ecco perché un’azienda funziona da oltre un secolo

La Secondo Mona spa di Somma Lombardo, azienda metalmeccanica che opera nel settore aerospaziale, ha compiuto 110 anni di vita

I 100 anni di Secondo Mona (inserita in galleria)

Quando si entra nella Secondo Mona spa, azienda metalmeccanica di Somma Lombardo, la prima cosa che colpisce non è l’ordine, che pure c’è ed è importante in un luogo di lavoro, e neanche la concentrazione di macchine utensili, schierate in formazione, ma sono i lavoratori.

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I 110 anni della Secondo Mona 4 di 23

Nel giorno di apertura al pubblico, per i 110 anni dell’azienda, molti di loro erano presenti con famiglia al seguito. C’erano giovani metalmeccanici che spiegavano nel dettaglio ai genitori che cosa è una fresatura, ex dipendenti che raccontavano con orgoglio ai nipoti la storia di un’azienda diventata un mito per gli appassionati di aeronautica. Persino l’usciere, che distribuiva brochure e dvd, pronunciando il numero dei presenti alle celebrazioni, utilizzava un’enfasi che di routine aveva ben poco.

Negli ultimi dieci anni la Secondo Mona spa non ha solo raddoppiato il fatturato, portandolo a 38 milioni di euro, ma ha continuato anche nel bel mezzo della crisi ad assumere fino a raggiungere quota 240 dipendenti. Sono loro l’X factor di questo successo imprenditoriale che dura da oltre un secolo, alimentato da una proprietà che fin dagli esordi ha investito senza riserve nella formazione, a partire dai componenti stessi della famiglia. Quando nel 1932 Bruno, figlio del fondatore Secondo Mona, decise di andare a studiare ingegneria al Politecnico di Zurigo, nessuno sollevò problemi, anzi. La stessa cosa è successa, 70 anni dopo, alla nipote Claudia Mona. Destinata alla carriera diplomatica, nel 2000 venne richiamata alla casa madre di Somma Lombardo quando già lavorava a Bruxelles come funzionaria della Commissione Europea. E così per occuparsi degli affari di famiglia, dopo una laurea in Scienze politiche, decise di conseguire anche due master alla Bocconi. Oggi, insieme al fratello Riccardo, rappresenta la quarta generazione in azienda.

Da sempre nello stabilimento di via Carlo del Prete arriva il meglio di quello che offre il mercato del lavoro: ingegneri del Politecnico di Milano, manager della Liuc di Castellanza e i tecnici più brillanti sfornati dagli istituti professionali. «La manodopera qualificata – dice l’imprenditrice – porta valore aggiunto ed è per questo che noi da sempre abbiamo rapporti con le università e le scuole del territorio». Secondo Roberto Mona, presidente dell’azienda, questa impostazione nella gestione delle risorse umane, unita a una serie di investimenti nell’elettronica e in nuovi macchinari, soprattutto giapponesi, ha permesso di ottenere uno sviluppo del business equilibrato «non sempre facile da raggiungere e mantenere per una media impresa».

Claudia Mona parla cinque lingue
, tra cui anche il russo, ma ai suoi dipendenti non chiede di arrivare a tanto. È sufficiente che comprendano almeno l’inglese, perché la Secondo Mona ha committenti sparsi per mezzo mondo e il 65% della sua produzione è destinato al mercato estero. I corsi di lingue, naturalmente, li organizza e li paga l’azienda.

successi, in un secolo di vita, sono stati tanti. Ricordando solo i più recenti non si puo’ non citare la partecipazione al progetto dell’Eurofighter, degli elicotteri EH101 e NH90, ai programmi civili nordamericani della Bombardier e del nuovissimo B787 della Boeing. La vera svolta però è avvenuta dieci anni fa quando la Secondo Mona è passata da fornitrice di equipaggiamenti a partner dei costruttori per la progettazione e realizzazione di sistemi completi per il nuovo addestratore M346 dell’Alenia-Aermacchi, di sistemi carburante per gli elicotteri di AgustaWestland AW149, AW169, AW189, nonché per il convertiplano AW609, fino alla fornitura per il nuovo business jet dell’elvetica Pilatus.  

È stato un vero cambio di prospettiva, soprattutto nel rapporto con i grandi gruppi produttori di velivoli da sempre abituati a dettare ai fornitori tempi e condizioni. Un contributo ad aprire lo sguardo verso i nuovi mercati lo ha dato anche il Distretto aerospaziale lombardo di cui la Secondo Mona fa parte. Una rete informale che permette di condividere informazioni e strategie, ma dove ognuno mantiene e sviluppa il proprio business.

«Il successo di un’azienda lo si costruisce giorno dopo giorno con un lavoro rigoroso e di squadra, sia a valle che a monte, prestando un’attenzione assoluta al cliente e al fornitore – sottolinea Claudia Mona -. Tutto ciò che esce da qui, si produce in questo stabilimento grazie alla conoscenza profonda che i nostri collaboratori hanno del loro lavoro. È l’aspetto che più mi affascina della fabbrica: qui ogni persona e ogni cosa ha la sua profondità».

I 100 anni di Secondo Mona (inserita in galleria)

Dà un’occhiata all’orologio e spiega: «Ci tenevo a indossarlo per l’anniversario dell’azienda perché ha un valore affettivo, però i piccoli supporti in metallo che sostenevano il cinturino si erano rotti ed erano introvabili. È stato mio padre a indicarmi l’operaio che era in grado di riprodurli in modo perfetto».

(nella foto: Claudia Mona con il prefetto Giorgio Zanzi per il centenario dell’azienda)

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 14 Ottobre 2013
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