Il rifugio per senzatetto si farà, ma sul progetto è caos

L'amministrazione è decisa a portare avanti il progetto e aprire il rifugio già per l'imminente stagione fredda. Ma i tempi stringono e tra locazione, costi di ristrutturazione e organizzazione della gestione i problemi si moltiplicano e i soldi mancano.

La notizia, dopo due ore di discussione della commissione servizi sociali, è la migliore che ci si potesse aspettare: il rifugio per senzatetto si farà. E già da quest’anno. Per festeggiare, però, è ancora presto perchè la bella notizia -attesa da anni- deve scrollarsi da numerose zavorre che potrebbero fare inciampare il suo cammino.
Prima di tutto c’è l’ovvia necessità di entrare in possesso della struttura, un ex ufficio ferroviario. «Seguiremo una doppia strada», spiega l’assessore Ivo Azzimonti. Da un lato si firmerà il contratto di locazione proposto da Rfi mentre dall’altro –dopo l’intervista di VareseNews al presidente dell’Onds– si inizieranno ad intessere i contatti con l’Osservatorio Nazionale per il Disagio nelle Stazioni per avviare un progetto condiviso. Una doppia strada che è resa obbligata dalla necessità di aprire già in vista dell’imminente stagione fredda ma che, proprio per questo, aumenterà notevolmente i problemi. La struttura ha infatti bisogno di interventi di manutenzione e agli atti non c’è ancora un preventivo sul costo di questi lavori. O meglio, un preventivo ci sarebbe ed è quello dei Lions. Franco Mazzuchelli, presidente del gruppo “Tosi – Ravera” spiega che «sono necessari 50.000 euro per rendere la struttura agibile» tra tetto, impianto elettrico, sanitari, collegamenti di acqua, luce e gas e arredi. Soldi che, a queste condizioni, i Lions non metteranno sul tavolo. «Come cittadino non accetto che il mio comune dia quei soldi di affitto (14.000 euro per due anni, ndr) per meno di 100 mq quando per questo locale servono 50.000 euro per renderli agibili» spiega Mazzuchelli per chiudere poi definitivamente la strada «all’ipotesi che qualche fessacchiotto ci metta i soldi per farlo a queste condizioni».
Saranno quindi i Servizi Sociali («che non sapevano dell’esistenza del rapporto tra Comuni e Onds», conferma Mazzuchelli) a doversi far carico di questi lavori prima di aprire il terzo grande capitolo della questione: la gestione. «L’amministrazione non ha la forza per portare avanti un discorso del genere: senza i volontari questo progetto ce lo possiamo scordare», scandisce l’assessore Azzimonti provocando le furie di gran parte dei consiglieri comunali per spiegare come «non si possono scaricare responsabilità di questo tipo sui gruppi di volontari che da anni sono l’unica assistenza ai senza dimora».
Una soluzione che dovrà essere trovata al più presto anche perchè l’Onds -che nei giorni scorsi è stata contattata dall’amministrazione comunale- ha chiesto diversi approfondimenti al documento inviato a Roma, tra cui anche la gestione della struttura e il ruolo delle organizzazioni di volontariato. La rete Vo.La.Re, dopo l’ultimo incontro che risale a febbraio, sarà dunque convocata al più presto anche se la posizione dei volontari è già stata ribadita più volte

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2013
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