“Ludopatia: la legge è storica ma lo Stato è ancora assente”
Da 15 anni combatte contro il gioco d'azzardo. Fondatrice dell'associazione di volontariato AND era presente in aula quando è stata votata la legge contro la ludopatia
C’era anche lei, seduta tra il pubblico, mentre la legge regionale contro la ludopatia veniva votata all’unanimità: « È stata una grande emozione. Ma è solo l’inizio, un punto di partenza».
Lei è Daniela Capitanucci (la prima a sinistra), la fondatrice dell’associazione And, Azzardo e nuove dipendenze. Dal 1997 si batte perchè si regolamenti il gioco d’azzardo e si riconoscano i pericoli insiti nel gioco patologico. Dalle sue prime battaglie alla vigilia dell’apertura delle sale bingo in Italia, la crociata è andata affinandosi e perfezionandosi, tanto quanto sono andate aumentando e diversificandosi le occasioni di gioco.
«In questi anni, gli introiti legati ai giochi sono aumentati in maniera esponenziale. Si parla oggi di 100 miliardi di euro all’anno. Ad arricchirsi sono soprattutto le concessionarie e lo Stato che continua a latitare sui temi così delicati che riguardano i cittadini, le fasce più deboli della collettività e i giovani».
L’ennesimo schiaffo da parte di Roma è arrivato proprio nei mesi scorsi: « La Regione Lombardia ha inviato nella capitale la sua proposta di legge ma non ha ottenuto alcuna risposta: nè il Parlamento nè il Presidente della Repubblica hanno dato una risposta. Unica certezza è l’ulteriore sconto alla sanzione comminata ai concessionari».
Nonostante il pessimismo di fondo che rimane davanti al silenzio dello Stato, Daniela Capitanucci plaude al coraggio avuto dalla Regione Lombardia: « È stata un’emozione vedere che tutti i consiglieri hanno votato a favore. Non uno contrario, non un astenuto. È stata un’emozione ascoltare l’assessore Beccalossi affermare "Lo Stato non lucri sulla povera gente in questo momento così delicato". Questa è una legge coraggiosa perchè va contro grandi interessi. Arriveranno sicuramente ricorsi, ma vale la pena tenere duro, crederci fino in fondo».
Tanti sono i lati positivi della normativa: « È una legge che, se da un lato rottama il sistema del gioco, dall’altro costruisce un percorso di consapevolezza. Garantisce poteri ai sindaci che possono intervenire sul territorio , per esempio, premiando i gestori "free slot" attraverso l’Irap. Possono imporre le distanze minime tra i centri di gioco e i luoghi sensibili, obbligano alla formazione degli esercenti, attribuiscono poteri di controllo e sanzionatori alla polizia locale. Ogni attore ha un compito preciso da portare avanti per tutelare chi di gioco arriva ad ammalarsi e a rovinarsi».
Dal 2004 ad oggi, gli incassi legati al gioco d’azzardo sono saliti da 25,6 miliartdi di euro agli 88,6 del 2012 : « È un sistema composito dove tutto contribuisce ad alimentare l’aumento del gioco: le occasioni in crescita, la crisi finanziaria, i problemi da risolvere, i messaggi pubblicitari. Il fenomeno è troppo vasto, per questo sono ancora molto scettica sulla possibilità di invertire il trend. Il silenzio dello Stato preoccupa, i territori rischiano di restare soli e abbandonati. Ci sarà modo di scoprire su questa legge ha fatto breccia: le concessionarie faranno sicuramente ricorso contro la legge lombarda. Aspettiamo di capire cosa dirà il Consiglio di Stato: dal suo pronunciamento si potranno trarre le linee per il futuro».
Intanto Daniela Capitanucci e il suo gruppo di volontarie continuano a lavorare, a fare cultura, ad aiutare chi è malato di gioco e chi vuole evitare che i cittadini si ammalano. La rete è cresciuta. Ma ancora non basta.
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