Luigi Bettazzi, l’ultimo testimone del Concilio Vaticano II
Venerdì 11 ottobre alle ore 21 al teatro Immacolata si terrà l'incontro dal titolo "Una storia importante". Il vescovo sarà intervistato da Maria Teresa Antognazza
Venerdì 11 ottobre alle ore 21 al teatro Immacolata di Venegono Inferiore si terrà l’incontro dal titolo "Una storia importante" con il vescovo Luigi Bettazzi ultimo testimone del Concilio Vaticano II, intervistato dalla giornalista Maria Teresa Antognazza. L’incontro è organizzato dal seminario di Venegono Inferiore, missionari comboniani, la comunità pastorale Beato Schuster Venegono Inferiore e Superiore in collaborazione con scuola media Paolo VI.
Luigi Bettazzi nasce nel 1923 a Treviso dove trascorre l’infanzia. Viene ordinato sacerdote il 4 agosto 1946 a Bologna, dove si è laureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e poi in Filosofia presso l’Università degli Studi Alma Mater.
Nella giovinezza ha abbracciato le posizioni del personalismo cristiano, ha insegnato presso il Pontificio Seminario Regionale ed è stato impegnato nei movimenti giovanili, in qualità di assistente diocesano e vice assistente nazionale degli universitari cattolici della FUCI.
Il 10 agosto 1963 è nominato vescovo titolare di Tagaste e vescovo ausiliare di Bologna.
Partecipa a tre sessioni del Concilio Vaticano II citando, il 4 ottobre 1965, il filosofo Antonio Rosmini, autore dell’opera Cinque Piaghe della Santa Chiesa, allora ancora all’Indice dei libri proibiti della Chiesa. Al termine del Concilio, il 26 novembre 1966, diviene vescovo di Ivrea.
Ha conferito l’ordinazione episcopale all’arcivescovo Arrigo Miglio e al vescovo Piergiorgio Debernardi. Nel 1968 è nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace e nel 1978 ne diventa presidente internazionale, fino al 1985, diventando una delle figure di riferimento per il movimento pacifista di ispirazione cristiana.
Nel 1978, insieme al vescovo rosminiano Clemente Riva e al vescovo Alberto Ablondi, chiese alla Curia Vaticana di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, richiesta che venne respinta. Nel 1992 partecipa alla marcia pacifista organizzata da Pax Christi insieme a monsignor Antonio Bello nel mezzo della guerra civile in Bosnia ed Erzegovina.
Il 20 febbraio 1999 si dimette per raggiunti limiti di età, conservando il titolo di vescovo emerito di Ivrea e risiede nel Castello Vescovile di Albiano, residenza estiva dei vescovi di Ivrea.
Nel 2007 dichiarò pubblicamente che la sua coscienza gli imponeva di disobbedire e che era favorevole al riconoscimento delle unioni civili, i "DICO", sostenendo le iniziative del governo Prodi e riconoscendo alle coppie omosessuali un fondamento d’amore equiparato a quelle eterosessuali. È presidente del Centro Studi Economico Sociali di Pax Christi Italia ed è impegnato nell’attività di conferenziere in diverse regioni d’Italia.
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