Più veloce ed efficace: la radioterapia innova la tecnologia

All'ospedale di Circolo funziona da febbraio il sistema RapidArc. Permette interventi più brevi e mirati. Vantaggi soprattutto nella cura di organi in costante movimento

 Novità nella cura dei tumori con la radioterapia. Ancora una volta, è la tecnologia che viene in soccorso di medici e tecnici impegnati nell’assistenza di pazienti oncologici. Questa mattina, il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Varese Callisto Bravi ha presentato un adeguamento tecnologico che permette di curare le masse tumorali in maniera più efficace e mirata con risparmio di tempo per i pazienti.
Si chiama "RapidArc" ed è un sofisticato sistema computerizzato, collegato ad un acceleratore lineare che consente di fare in pochi secondi la radioterapia decrivendo un arco attorno al paziente in soli 70 secondi. In questo modo, ogni seduta dura tra i 2 e i 3 minuti al posto dei tradizionari 20/25: « È uno strumento che consente una grande precisione soprattutto nei casi in cui si agisce su un organo che si muove a causa della respirazione – spiega il dottor Paolo Antognoni, direttore della Radioterapia – inoltre, si può effettuare subito la tac, che è incorporata, per capire l’efficacia dell’intervento ed, eventualmente, correggere ulteriormente l’arco di radiazione».

A trarne beneficio, sono soprattutto i pazienti affetti da tumore alla prostata, o al cavo orofaringeo, o ai tumori alla base cranica, piuttosto che al fegato, al pancreas, al retto, ai polmoni: « Questo sistema permette di intervenire limitando al massimo gli effetti collaterali e la tossicità verso gli organi sani attorno». 

L’innovazione tecnologica è stata introdotta nel febbraio scorso e, da allora, oltre 150 pazienti hanno già ricevuto il trattamento. Si tratta dell’unica apparecchiatura di questo tipo in provincia di Varese mentre in Lombardia sono diverse le strutture che ce l’hanno in dotazione. Il costo è di 1,2 milioni di euro.

In questi mesi, circa il 40% dei pazienti del reparto è stato trattato con questo sistema: « Nonostante i tempi si accorcino – chiarisce il dottor Raffaele Novario direttore della fisica sanitaria ( nella foto a destra) – non si può incrementare il numero dei pazienti trattati. Questo sistema, infatti, richiede un lavoro meticoloso di preparazione e di completamento a posteriori. I nostri fisici devono calibrare molto attentamente la traiettoria».

Il sistema RapidArc viene utilizzato anche come cura palliativa nei casi non operabili: riduce la massa tumorale migliorando la qualità della vita. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Ottobre 2013
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