Usag rinuncia ai licenziamenti, cassa integrazione per 12 mesi
L'accordo tra la multinazionale americana Stanley Black & Decker e Fiom Cgil e Fim Cisl prevede la mobilità solo su base volontaria, mentre sarà da valutare il ricorso ai contratti di solidarietà. Il sindacato: «È comunque un accordo amaro, perché chiude una parte della produzione»
Alla fine ha prevalso il buon senso: la Usag per il momento rinuncia agli 80 licenziamenti e apre un anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione, mentre la mobilità rimane solo su base volontaria. L’accordo tra i rappresentanti della multinazionale americana Stanley Black & Decker, che detiene il marchio Usag, e i sindacati dei metalmeccanici Fiom Cgil e Fim Cisl è stato raggiunto questa mattina, venerdì 11 ottobre, in Regione Lombardia. Il testo dell’accordo era stato redatto mercoledì scorso, dopo le assemblee con i lavoratori di Gemonio e Monvalle. Era il secondo tentativo per cercare di trovare una quadra per l’incontro del Pirellone. Alcuni punti erano ancora da limare, tanto che le parti si erano date appuntamento un’ora prima in Regione per discutere del testo. «Abbiamo lavorato sull’accordo per tutta la giornata di giovedì con un ampio mandato dei lavoratori- dice Giuseppe Marasco della Fim Cisl – e poi abbiamo lasciato che intervenissero i piani alti».
In pratica il sindacato ha messo l’azienda di fronte all’unica possibilità di accordo in grado di evitare i licenziamenti da qui a un anno e l’azienda non l’ha potuta rifiutare.I lavoratori, che percepiranno l’80 per cento della retribuzione, non potranno fare più di un mese consecutivo di cassa integrazione per evitare una perdita di professionalità. Mentre quelli che nel frattempo troveranno una nuova occupazione, potranno usufruire degli incentivi aziendali, non ancora quantificati, per la mobilità volontaria. L’azienda si è detta anche disponibile a valutare l’eventuale ricorso ai contratti di solidarietà, impegnandosi a non licenziare unilateralmente. «È una soluzione buona rispetto all’ipotesi iniziale, ma comunque amara». L’amarezza di Marasco dipende dal fatto che la Stanley Black & Decker ha comunque deciso di smantellare buona parte della produzione per lasciare solo tre linee di prodotti.
La decisione di licenziare, annunciata a settembre, aveva colto di sorpresa tutti, sindacati compresi. Infatti la Usag sia nel 2011 che nel 2012 aveva chiuso il bilancio in utile, ma soprattutto non aveva fatto quasi mai ricorso agli ammortizzatori sociali, particolare che confermerebbe il piano industriale per ridurre drasticamente la produzione.
«Siamo abbastanza soddisfatti dell’intesa – conclude Guglielmo Sonno della Fiom Cgil di Varese – rispetto agli 80 esuberi iniziali e al rifiuto di avviare i contratti di solidarietà, l’azienda ha scelto ora una strada più morbida, rinunciando definitivamente ai licenziamenti».
Nel luglio del 2014 è previsto un primo incontro di verifica tra sindacati metalmeccanici e azienda. A quel punto il termine di un anno sarà scaduto e con esso l’accordo di rinunciare ai licenziamenti.
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