Clan di spaccio tra i banchi di scuola. Cinque arresti
Riuscivano a reperire senza difficoltà cocaina, hashish e marijuana, tutte sostanze che venivano rivendute nelle piazze di Varese, ma anche in quelle di Cunardo, Marchirolo, Luino, Ponte Tresa e della vicina Svizzera
Un’estesa e radicata rete di spaccio di sostanze stupefacenti, che si articolava tra la città di Varese e la Valmarchirolo estesa fino alla zona del luinese, è stata smantellata dalla Guardia di Finanza di Luino. Al centro dell’operazione una gang criminale composta da cittadini albanesi, che rivestivano il ruolo di organizzatori, ma anche da marocchini ed italiani. Le complesse attività di indagine coordinate dalla Procura di Varese, si sono concluse con l’arresto di 5 cittadini albanesi.
L’operazione è stata eseguita dai finanzieri della Compagnia di Luino che nel fine settimana hanno effettuato decine di perquisizioni domiciliari ed eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di studenti ed operai abitanti nella provincia di Varese. Le indagini hanno convinto i finanzieri che insieme componevano una gang criminale, gestita da cittadini albanesi, ben radicata in tutta la provincia per quanto riguarda l’attività di spaccio: essi riuscivano a reperire senza difficoltà cocaina, hashish e marijuana, tutte sostanze che venivano rivendute nelle piazze di Varese ma anche in quelle di Cunardo, Marchirolo, Luino, Ponte Tresa e della vicina confederazione elvetica. I pusher che, l’organizzazione usava per smerciare la droga, erano tutti giovanissimi. In alcuni casi diventavano a loro volta vittime dei loro capi.
Il primo tassello dell’importante indagine era stato apposto, nell’ottobre 2012, con l’arresto in flagranza di un noto pregiudicato del luogo che, dopo aver ritirato a Cunardo un sacchetto di marijuana, era stato intercettato da una pattuglia del Corpo in servizio di vigilanza doganale lungo le strade che collegano la cittadina con la vicina confederazione elvetica e tratto in arresto.
Gli investigatori, con il coordinamento della Procura di Varese hanno però voluto approfondire da subito quale fosse lo scenario operativo, ed hanno avviato le indagini per scoprire l’organizzazione criminale. Il quadro che ne emerge è preoccupante:
Comunicazioni rapidissime a cui seguivano consegne altrettanto veloci, effettuate nell’arco di poche ore per lo più direttamente tra i banchi di scuola frequentati dagli stessi studenti – spacciatori. Per la vendita della sostanza stupefacente utilizzavano nomi come “cappellini”, “scarpe”, “ricarica” e “pagliuzze” i quali facevano riferimento al tipo di sostanza stupefacente che veniva richiesta. Per farsi pagare i debiti di droga non esitavano ad aggredire i loro clienti o minacciare i familiari. Violenze quotidiane messe in atto dal clan di spacciatori albanesi ben organizzato e ordinati secondo un regime “gerarchico” ben definito.
Dopo 4 mesi di indagini i finanzieri hanno chiuso il cerchio eseguendo all’alba ben 12 perquisizioni. Per 5 membri della banda sono scattate le manette, gli altri 7 sono stati invece denunciati con varie accuse che vanno dalla detenzione allo spaccio di sostanze stupefacenti; uno dei 5, che in un primo momento si era sottratto all’arresto, è stato tempestivamente rintracciato ed arrestato, con la collaborazione della Digos della Questura di Treviso, mentre si trovava in un albergo in quella provincia.
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