Da Luino a Busto Arsizio, l’effetto Alptransit già si sente
Al convegno internazionale su Alptransit hanno partecipato tecnici, ricercatori, diplomatici e molti politici tra cui anche l'ex ministro Zamberletti. Lunedì 2 dicembre si replica a Luino con un convegno sulle opportunità di sviluppo economico e turistico nell’Alto Verbano
Al tavolo dei relatori si sono avvicendati tecnici, consoli e politici. È normale quando si parla di infrastrutture perché, come ha detto l’assessore regionale Maurizio Del Tenno: «Qui non ci sono in ballo solo i rapporti istituzionali tra due Paesi, Italia e Svizzera, ma gli interessi di una moltitudine di operatori, società e stakeholder (portatori di interesse, ndr)». Nel convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Varese e da quella Svizzera in Italia sul tema di Alptransit questo intreccio di posizioni e interessi è stato ben rappresentato a partire dalla partecipazione del console generale svizzero a Milano, Massimo Baggi, che ha ricordato come il grande tunnel fu voluto da un referendum del popolo elvetico e non dal governo che anzi si opponeva. «Questo progetto merita un’alta priorità – ha aggiunto Giorgio Berner, presidente della Camera di Commercio svizzera- perché le ricadute sono nazionali».
(Nella foto in primo piano il giornalista Gianfranco Fabi, moderatore dell’incontro)
Di certo non si oppone al potenziamento delle infrastrutture Gigi Farioli, sindaco di Busto Arsizio. Secondo il primo cittadino bustocco, la presenza della logistica nel suo comune è da far risalire a più di trent’anni fa, quando in pochissimi la volevano. Busto Arsizio dunque si è mossa in anticipo, come ha confermato Bernhard Kunz direttore di Hupac Sa. «Mentre la Germania aveva capito fin da subito l’importanza strategica di questo settore, a sud (dell’Europa, ndr) lo hanno capito un po’ meno».
A Luino, città confinante con la Svizzera, la ferrovia ha sempre rappresentato un elemento di sviluppo, oltre che di collegamento, e il potenziamento della tratta Bellinzona-Luino-Gallarate porterà molti vantaggi, sia in termini di occupazione che di contenimento dell’impatto ambientale. «Noi siamo più che d’accordo con questo investimento – ha detto il sindaco Andrea Pellicini – chiediamo solo alcune opere di compensazione, come la realizzazione di sottopassi per evitare che la città sia tagliata in due».
Giorgio Botti, direttore territoriale nord Italia Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) spa, ha in qualche modo appoggiato “l’interventismo” dell’assessore Del Tenno. «Stiamo già lavorando sia sulla tratta Milano-Chiasso che sulla Luino-Bellinzona. Stanno partendo gare di appalto sulla lunghezza dei treni e alcuni lavori sono già finanziati».
Marco Manfredini, direttore divisione Ftl Arcese Trasporti spa, ha invece puntualizzato che «il servizio non lo dà solo l’infrastruttura singola ma il sistema nel suo complesso». Il potenziamento della singola tratta, ha sottolineato Mauro Chiotasso, amministratore delegato Cim spa interporto di Novara, non puo’ essere svincolato da un’ottica di sistema. Posizioni che confermano quanto detto da Lanfranco Senn dell’università Bocconi durante la presentazione della ricerca “Il corridoio multimodale Italia-Svizzera”: «Se l’aumento del traffico delle merci non sarà supportato da adeguati investimenti nei terminal lombardi, andrà in crisi la capacità del sistema».
Unico neo della mattinata, sottolineato anche dal presidente della Camera di Commercio di Varese, Renato Scapolan, l’assenza di Paolo Signorini capo Dipartimento del ministero Infrastrutture, impegnato in un incontro con il ministro.
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