Dalla Regione un miliardo per pagare i fornitori. Ma i comuni “non ci sentono”
Solo quattordici le amministrazioni del Varesotto che hanno aderito a "Credito in cassa", uno strumento che consente alle imprese di sbloccare i crediti verso le pubbliche amministrazioni
La Regione ha stanziato un miliardo di euro per permettere alle imprese di sbloccare più velocemente i crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Ma sono soltanto quattordici i comuni della provincia di Varese che hanno aderito a questo strumento. Alcuni hanno dichiarato di non averne bisogno mentre altri sono ancora in fase di "valutazione". "Credito in cassa", questo il nome della proposta regionale, è un’opportunità che, se colta, potrebbe dare ossigeno ai fornitori del settore pubblico, soprattutto a quelle piccole e medie imprese che attendono di incassare dallo stato e dalle amministrazioni locali il corrispettivo di servizi già prestati.
Per invitare gli enti locali a cogliere in fretta questa possibilità e per comprendere le posizioni delle amministrazioni locali, Confartigianato Varese ha raccolto le opinioni di sindaci e assessori di dieci comuni della provincia.
Pubblichiamo le interviste realizzate dall’associazione:
I comuni che hanno aderito
«Varese ha deciso di utilizzare, da subito, lo strumento» dichiara Attilio Fontana: «Con Credito in Cassa molti fornitori hanno già ricevuto gli arretrati nei pagamenti. A livello lombardo solo un comune su dieci ha aderito all’iniziativa, ed è un peccato perché i crediti scaduti vantati dalle imprese verso gli enti sono un problema che va ad incidere sulle aziende già duramente colpite. Il Credito in cassa è un’occasione: come ho spesso ribadito, la Corte dei Conti non ha mai espresso alcuna obiezione».
Vedano Olona condivide, con Varese, riflessioni e finalità perché «prima di elaborare lo strumento, Regione Lombardia, Finlombarda e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) hanno lavorato proprio sugli atti della Corte dei Conti», fanno sapere dal comune.
Misura preventiva anche per Venegono Inferiore (che vuole guardare al futuro) e per
Castellanza, che nel 2013 – grazie alla deroga al Patto di Stabilità – ha pagato circa 2 milioni di euro alle imprese relativi a debiti dell’anno precedente.
I comuni che stanno valutando l’adesione
Gallarate ha approfondito la questione e sta partendo con la pratica (non ancora formalmente deliberata), ma i dubbi su come “Credito in Cassa” possa essere utilizzato in presenza del Patto di Stabilità, e delle “interpretazioni stringenti della Corte dei Conti”, non sono ancora stati risolti. E lo stesso fa Tradate. Però, tutte le amministrazioni si dicono d’accordo sul fatto che “Credito in Cassa” sarà preso in considerazione: “Se non nel presente, almeno come misura preventiva per garantire alle imprese del territorio il pagamento per i lavori svolti”.
I comuni che non utilizzeranno lo strumento
Busto Arsizio, Saronno e Luino, invece, dichiarano di non avere – ad oggi – alcuna intenzione di utilizzare lo strumento. Sono amministrazioni comunali “a posto”: Busto ha ricevuto fondi importanti dal Decreto “Sbloccacrediti” e con quelli è riuscito a saldare tutti i debiti arretrati. “Credito in Cassa” potrà essere utilizzato in futuro se dovessero maturare nuovi crediti da parte delle imprese. Saronno dichiara che “il problema non si pone”, perché il Comune ha già pagato tutte le imprese per i servizi dati nel 2012 e si sta già muovendo sui debiti che si stanno formalizzando quest’anno. Tutto, con risorse proprie. E anche se i tagli del Governo “creano qualche difficoltà (anche quest’anno il bilancio del comune di Saronno sarà leggermente in disavanzo), si tratta di poche cose”. Luino “non ha ritardi nei pagamenti o grossi sospesi sui quali intervenire”: ha preso accordi con la propria banca/tesoriere (la Popolare di Sondrio) e, in caso di necessità, sarà questa ad anticipare le eventuali somme.
Gli operatori del servizio credito dell’associazione varesina, presenti nelle sedi territoriali, sono a disposizione delle imprese per informazioni e/o chiarimenti sull’utilizzo di “Credito in Cassa” e per affiancarle nella preparazione della domanda da inviare a Finlombarda. Nel caso in cui il comune di appartenenza dell’azienda non abbia aderito a “Credito in Cassa”, l’impresa interessata potrà trovare una possibile soluzione ai suoi problemi attraverso altri prodotti proposti dal servizio di Confartigianato.
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