Europa e lavoro, la Pastorale sociale ospita Patrizia Toia
I decanati di Busto e Valle Olona organizzano un incontro sui temi europei con l'eurodeputata che è anche vice-presidente della commissione industria-ricerca-energia
Europa e Lavoro, questo il tema dell’appuntamento organizzato dalla Pastorale Sociale di Busto Arsizio e Valle Olona nella parrocchia di Santa Maria Regina di via Favana a Busto Arsizio sabato 16 novembre a partire dalle 15. Protagonista sarà la parlamentare europea Patrizia Toia, vice-presidente della Commissione Industria-Ricerca-Energia. «Quest’anno – scrive Sergio Moriggi delle Acli di Busto – abbiamo scelto questo argomento sia perché l’anno prossimo si rinnoverà il Parlamento europeo ma anche perché ci sentiamo sollecitati, come credenti, dall’enciclica sociale del papa emerito Benedetto XVI, la Caritas in veritate, laddove c’è l’esortazione ad affrontare la crisi attuale come “occasione di discernimento e di nuova progettualità”. Dalle difficoltà attuali abbiamo l’occasione di costruire le fondamenta del mondo che verrà dopo la crisi e nel quale l’Europa ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano».
Le Acli sentono la sfida di questa opportunità storica, in un modo tutto particolare, anche perché sono nate in una fase storica in cui stava tramontando il mondo precedente alla nascita del progetto europeo, quello terribile dei totalitarismi, e stava sorgendo una nuova epoca. In questo vi è una forte similitudine tra gli albori della nostra Associazione ed il tempo presente: allora, quasi settant’anni fa, occorreva ricostruire la società, l’economia e le istituzioni sulle macerie lasciate dalla dittatura e dalla guerra; oggi occorre ricostruire sulle devastazioni morali, economiche e sociali lasciate dalla più grande crisi finanziaria della storia: «Se guardiamo al futuro dell’Europa dal punto di vista di strategia politica, non possiamo conservare ottimismo. L’Europa appare politicamente fragile e divisa, scarsamente autonoma e quasi timorosa di assumersi le proprie responsabilità».
Alcuni dati che faranno da base di partenza per la discussione di sabato:
1- Secondo le ultime rilevazioni di Eurobarometro la sfiducia nell’Europa come istituzione in Germania, Regno Unito e Spagna è pari rispettivamente al 59%, 69% e 72%. Conta, probabilmente, anche la gestione della crisi economica.
2- Negli Stati Uniti, nell’anno in corso, si è registrata una certa qual ripresa del settore manifatturiero, dovuta al rientro in patria di imprese che non ritenevano più conveniente delocalizzare all’estero.
Mentre in Cina dal 2005 al 2010 in media gli stipendi dei lavoratori si sono quasi raddoppiati, negli Usa il settore manifatturiero sta tornando competitivo solo attraverso una forte riduzione del costo del lavoro. La sfida, che riguarda l’Europa è esattamente questa: come impedire che attraverso il perdurare di politiche di austerità, unite alla scomparsa del lavoro qualificato, ai bassi salari di massa, si crei, in tempi molto rapidi, una frattura abissale tra un 10-15 per cento della popolazione smodatamente ricco, ed il resto della società nella quale i ceti intermedi sono destinati a scomparire, senza che più rimanga nulla in mezzo.
Occorre essere consapevoli dei gravi rischi a cui è sottoposta l’Europa. Perché al di là dell’Atlantico le enormi sperequazioni sociali sono una costante, mentre per l’Europa potrebbero costituire una minaccia fatale.
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