Frates: “È una squadra facile da amare”

Il coach di Varese fa un raffronto con lo scorso anno e si sbilancia sul potenziale "affettivo" della Cimberio. Vitucci: «Chi è deluso e incazzato ha giustamente esternato»

Keydren Clark si sblocca (20 punti, 7 assist e 27 di valutazione) e Varese stravince contro Avellino, una partita attesa più di qualsiasi altra soprattutto per la presenza dell’ex coach di Varese. Frank Vitucci esce dal PalaWhirlpool con le ossa rotte e molte cose su cui meditare. A partire dall’accoglienza di un palazzo infuocato, che a parole non gli ha risparmiato nulla. «Chi è deluso e incazzato – ha detto il coach di Avellino – ha giustamente esternato, ma tante persone mi hanno dimostrato affetto. Ci sta».
«Una partita facile da commentare – ha continuato Vitucci -perché Varese ha meritato fin dal primo minuto e si è vista fin da subito la differenza di ritmo partita, la Cimberio è una squadra compatta che ci ha fatto soffrire sia in difesa che in attacco. Una squadra guidava la partita, mentre l’altra, cioè noi, rincorreva. Siamo stati dietro a loro per tutti e due i tempi. La nostra prestazione collettiva è stata mediocre, c’è un problema di squadra e dobbiamo arrivare presto a giocare con un ritmo diverso. Qualsiasi cosa avessimo preparato ha funzionato poco e male».

Fabrizio
Frates sa cosa vuol dire ritornare su campi dove si è stati molto amati ed essere accolti come se si fosse scesi all’inferno. «Mi spiace umanamente per Frank che è un amico. Sono contento per i nostri tifosi che hanno potuto gioire per questa vittoria».
Il coach della Cimberio  prosegue con l’analisi della partita: «Dobbiamo ringraziare il nostro capitano che ha giocato la bellezza di 28 minuti dopo essere stato fermo per tutta la settimana. Clark ha spaccato la partita fin dall’inizio, siamo riusciti andare alla pari sui rimbalzi dove potevamo soffrire e questo ha instradato la partita. Durante la settimana ero stato critico nei confronti dei ragazzi per l’approccio mentale contro i francesi in coppa. Questa sera abbiamo dominato una partita, nonostante i 4 falli di Coleman, che ce lo hanno tolto dalla partita per molto tempo, e le non buone condizioni fisiche di Rush ed Ere. Per noi allenatori contano i risultati, ho 25 anni di carriera e so anche di avere un peccato originale alle spalle: essere milanese ed aver allenato Cantù. È chiaro che dopo una stagione come quella dell’anno scorso e con giocatori così tanto amati, non è facile trovare nuova identità, ma questa squadra, pur meno talentuosa, ha così tante qualità da potersi fare amare come se non più dell’altra. Alla vigilia di questo campionato pensare che dopo 4 partite, di cui due giocate lontane dal campo di casa, avremmo avuto 6 punti, io ci avrei messo la firma».

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Pubblicato il 03 Novembre 2013
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