Guenzani sul caso Amsc: “Verifiche interne approfondite, ma non dimissioni”

Il caso dell'ammanco milionario e del furto in Amsc mette in luce anche una debolezza interna da chiarire. Il sindaco di Gallarate risponde

La vicenda del dipendente di Amsc infedele che avrebbe rubato da solo un milione di euro dalle bollette del gas ha sollevato molti interrogativi: com’è possibile che avesse agito indisturbato per mesi? Perché i sistemi di autocontrollo non hanno “intercettato” prima gli ammanchi nella gestione della cassa? Sono anche questioni politiche, che il centrodestra – Quintino Magarò e PdL – ha sollevato pubblicamente, avanzando già con una richiesta di dimissioni dei vertici di Amsc, ma anche chiedendo un confronto aperto. La questione ha un evidente risvolto politico, anche se va ricordato anche che la Procura ha fatto intendere che le indagini sono ancora in corso e si stanno valutando ancora alcuni aspetti – in particolare sui database aziendali "taroccati" – e che deve essere fatta luce su eventuali complicità (Mauro Alessi, arrestato, è in carcere a Roma e deve essere interrogato). E di fronte alle domande, anche il sindaco Edoardo Guenzani – che rappresenta il principale azionista di Amsc, il Comune e quindi i cittadini di Gallarate – riconosce gli aspetti ancora da decifrare, nella vicenda.

Che idea si è fatto? Possibile che non l’ammanco non sia stato rilevato prima che intervenisse la società di revisione esterna?

No, si stavano già facendo anche controlli interni con un nuovo dirigente interno, per quello che so io è in questa sede che sono state trovate le irregolarità di cui si è chiesto conto.
Quindi prima?
Sì, da quello che so il dirigente ha scoperto che c’erano ammanchi e ha chiesto conto alla persona che se ne occupava.
Il cassiere o una persona che verificava?
Il cassiere, che il giorno dopo non si è presentato e si è messo in malattia. Io ho avuto notizia delle prime discrepanze al 5 novembre, il 6 mattina il cassiere ha detto si licenziava e che rinunciava alle ferie. La procedura però prevede che si debba convalidare il licenziamento secondo le norme: non sono riusciti a trovarlo e in quei momenti Praderio ha avuto notizia che l’ammanco era legato a questo e ha sporto denuncia.
Questa la ricostruzione. Ma come è possibile che per mesi i controlli interni non abbiano rilevato anomalie?
Guardi, è necessaria un’indagine interna approfondita – che è stata disposta – per capire se ci siano complicità o se ci fossero maglie larghe nei controlli non volute. Capire cioè se siamo di fronte ad un meccanismo sofisticato per sfuggire ai controlli o se c’erano carenze gestionali. E prima di esprimere giudizi, preferirei avere prima la relazione dettagliata.
Intanto però l’opposizione chiede di discutere la questione e le dimissioni dei vertici di Amsc: darete risposte in quella sede?
La richiesta di convocazione l’ho vista, verrà esaminata domani dal presidente del consiglio comunale e dal segretario generale e vedremo. Ho visto anche le richieste di dimissioni, io sono convinto che non ci siano responsabilità dirette del consiglio di amministrazione, a cui ho rinnovato la mia fiducia: gli amministratori vengono rimossi se ci si trova di fronte a responsabilità dirette. Ogni strumentalizzazione politica non serve in questo momento, è opportuno invece che si orientino gli sforzi per chiarire se ci siano falle interne. Nulla è stato tenuto nascosto, subito abbiamo reso pubblica la situazione.
Però Quintino Magarò parla di “omertà” del presidente Praderio…
Mi sembra una parola molto forte: omertà significa che si sa che qualcuno sta commentendo un reato e si tiene nascosto per interesse, non mi sembra proprio questo il caso. Non mi sento di commentare queste parole. Serio e responsabile è invece essere freddi e cauti fino a che non siano appurati esattamente i fatti e le responsabilità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Novembre 2013
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