L’ultimatum dei commercianti: “Via la Tares, altrimenti serrata”
Oggi, lunedì 25 novembre, la giunta decide sulla tassa rifiuti, se confermare la tariffa Tares o tornare alla Tarsu. I negozianti rilanciano: presidio la mattina e al pomeriggio, con l'idea di abbassare le serrande per protesta
Si riaccende la protesta dei commercianti a Samarate, contro l’introduzione della nuova tariffa rifiuti Tares, in sostituzione della Tarsu. Dopo la prima manifestazione contro la Tares di settimana scorsa (quando i commercianti hanno "invaso" pacificamente anche il municipio), anche oggi, lunedì 25 novembre, i negozianti sono tornati in piazza, con un presidio mattutino davanti alla casa comunale. «Il Comune, rispetto a settimana scosa, ha cambiato i termini della questione, siamo in attesa della decisione della giunta» dice il direttore di Ascom Gallarate Gianfranco Ferrario. Il Comune valuta un improbabile ritorno alla Tarsu (ma è definita «ultima spiaggia» dall’assessore al bilancio Luciano Pozzi) o in alternativa il ricorso a sgravi a favore delle categorie più colpite dagli aumenti, un po’ come settimana scorsa ha deciso di fare l’amministrazione di Gallarate (la modifica di bilancio sarà votata questa settimana): la decisione è difficile definitiva della giunta e non manca anche qualche screzio interno alla maggioranza. La soluzione della Tares con sgravi non è considerata però sufficiente dai commercianti: «Lo sgravio porterebbe aumenti al 60%». «Le associazioni sono unite per chiedere il ritorno alla Tarsu», ribadisce Ferrario.
La questione è aperta e i commercianti vogliono farsi sentire: lunedì si sono presentati con gli striscioni che dicono "Tarantino ci stai facendo morire" e in serata torneranno a farsi sentire davanti al municipio, in contemporanea con la riunione della giunta di governo della città. «Se stasera non si torna indietro, mercoledì si fa serrata e si chiudono tutti i negozi, chiamiamo anche i cittadini alla protesta» dice Giuseppe Vita, rappresentante di Confesercenti Gallarate e negoziante di Samarate «che pagherà 7000 euro». C’è molta rabbia diffusa un po’ verso tutta tutta la classe politica, verso gli amministratori locali: «Se ne sbattono di noi, anche oggi che lo sapevano e non si è visto nessuno», dice ancora Vita. La questione è naturalmente seguita anche dalle opposizioni: settimana scorsa si è fatto sentire anche l’ex sindaco Vittorio Solanti (che, ironia della sorte, è commercianti al pari dell’attuale primo cittadino), oggi in piazza c’erano i rappresenatnti dell’Italia dei Valori, Eliseo Sanfelice e Gildo Introini. «C’è una sottovalutazione della disperazione di questa gente, non si rendono conto della situazione», attacca Sanfelice. Il tempo, poi, stringe: eventuali variazioni di bilancio devono essere approvate entro il 30 novembre, il consiglio comunale è fissato per il 29 novembre.
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