Referendum, l’incognita si chiama informazione
Una giornata al fronte, del sì e del no, ha permesso di tastare il polso di come si vive l’attesa del referendum consultivo di domenica, dove i cittadini potranno dare il loro parere sulla fusione
Comunque vada, il referendum consultivo di domenica che riguarda le fusioni di alcuni comuni fra Valcuvia, Valtravaglia e Luinese, costituirà una prova per i cittadini di quei paesi.
La prova principale da superare, da quanto emerso dal nostro breve ma intenso tour nel primo giorno – che mercoledì 27 ha voluto saggiare il polso di Mesenzana, Grantola, Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, e Masciago Primo – sta nell’informazione su un tema che solo a prima vista ha a che fare col campanilismo, ma che in realtà si addentra in questioni e quesiti che le persone intervistate faticano a governare.
Il sì e il no alla fusione è stato un pendolo oscillante fra due tematiche di fondo, nelle parole dei cittadini incontrati per strada: il risparmio per le amministrazioni, anche piccolissime, che rischiano di non avere più risorse per continuare ad offrire i servizi anche minimi ai loro cittadini; e l’identità dei singoli comuni, con l’incognita di perdere per strada lo status di comune per cederlo a quello di frazione o località.
La partita si gioca attorno a questa dicotomia che poteva essere superata solo attraverso una maggiore comprensione, da parte dei cittadini, di questi argomenti.
Di chi è la colpa? Inutile rispondere a questa domanda: per i partigiani del “no” non vi è stata sufficiente informazione da parte delle amministrazioni nel dare conto dei procedimenti di fusione, di cosa i singoli comuni guadagnano, o perdono; per i sostenitori del sì l’informazione c’è stata, con riunioni, incontri pubblici e pubblicazioni, salvo poi accorgersi che molti dei cittadini intervistati non sono andati molto più in là, nel giustificare le proprie ragioni, di un generico “voterò sì perché così si risparmia”.
Cosa succederà ora? Domani, venerdì, è l’ultimo giorno prima del silenzio elettorale: entrambe le posizioni avranno la possibilità, pubblicamente, di esprimere pareri e considerazioni, anche sui giornali, sulla questione. Per questo diamo la possibilità ai cittadini e ai loro amministratori di esprimere ulteriori pareri e opinioni nei commenti che apriamo in calce all’articolo. C’è poi anche lo strumento del ”sondaggio”, che così si chiama – virgolettato, appunto – per convenienza terminologica, ma che ricordiamo non ha base scientifica e di campione: può votare chiunque anche chi non risiede – e quindi vota – nei comuni interessati dal referendum di domenica.
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