Cgil favorevole al taglio sui ticket
La Regione Lombardia ha deciso un taglio sui ticket sanitari. La Cgil commenta favorevolmente l'innovazione che riguarda gli over 65
Dal 1° gennaio 2014 gli over 65 con un reddito annuo inferiore ai 18mila euro non pagheranno più la ricetta sui farmaci.
Sono stati alzati i limiti di reddito utili per l’esenzione: dagli attuali 8.263 euro per le persone sole e 11.362 se con coniuge a carico, ai 18mila previsti. La Regione valuta in ottocentomila i cittadini lombardi che potranno trarne beneficio, con un costo complessivo di circa 40 milioni di euro.
I cittadini lombardi rimangono, comunque, a livello nazionale quelli che pagano i ticket più cari. Si stimano in più di 265 milioni di euro i ticket pagati per l’acquisto di farmaci a cui dobbiamo aggiungere altri 150 milioni pagati per le prestazioni nelle macro aree ambulatoriali, per visite ed esami.
Pur considerando questo un primo positivo impegno della Regione – per ridurre il carico della tassazione sulle persone più fragili – riteniamo lo strumento ancora insufficiente per affrontare la piaga sociale della povertà, oggi sempre più dilagante.
Molti, troppi sono i cittadini lombardi che preferiscono non acquistare farmaci o non eseguire accertamenti o visite per i costi che devono sostenere, costi che andrebbero a ridurre drasticamente il piccolo reddito familiare di cui dispongono.
Quella povertà, che da tempo denunciamo, colpisce ormai una famiglia su quattro, mentre un pensionato su due non dispone di un reddito sufficiente per far fronte ai bisogni personali.
Si tratterebbe di una cifra minima di 30 euro, da calcolare per ogni cittadino lombardo, come per altro proposto da tempo da importanti centri di ricerca universitari anche lombardi ; da trovare nelle pieghe del bilancio regionale, per tentare di risolvere alla radice il problema della povertà in una Regione ancora ricca, come la Lombardia.
Recentemente l’assessorato alla Famiglia si è posto un obiettivo simile nei documenti di programmazione, chiedendo un impegno di spesa di circa 330 milioni di euro per poter affrontare le problematiche sociali più urgenti. La messa a disposizione di una tale somma permetterebbe, infatti, l’attivazione di politiche strutturate di contrasto al fenomeno della povertà e la definizione di interventi complessivi che non guardino solo al problema della salute, ma anche a quello dell’abitazione o del come poter mantenere i figli a scuola.
Interventi che avrebbe anche l’indubbio vantaggio di aiutare quelle persone e quelle famiglie che oggi non arrivano più a fine mese e che devono ogni giorno combattere per avere il pasto o la cena.
Noi da tempo ci stiamo adoperando, anche con gli accordi sottoscritti con la stessa Regione, perché si arrivi alla costruzione di una vera politica sociale organica a tutela degli anziani fragili e di tutti coloro che oggi vivono con profondo disagio questa situazione di crisi.
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