E Renzi riportò a galla la memoria dei Paninari
La citazione di Matteo Renzi nel suo discorso di investitura a segretario del Pd risale a un tempo antico e leggendario: dove non esistevano Mac Donald's nè gli smartphone e la televisione aveva tre canali: tutti Rai
La citazione dei paninari da parte di Matteo Renzi nel suo discorso di investitura a segretario del Pd fatta ieri 15 domenica dicembre, risale a un tempo antico e leggendario: un tempo in cui Mac Donald’s non esisteva in Italia, non esistevano nemmeno gli smartphone e neppure i cellulari e la televisione aveva tre canali: tutti Rai.
Era roba del secolo scorso, anche se si tratta solo di 3 decenni fa: erano gli anni in cui facevano capolino le prime catene di hamburgers, ma si chiamavano Burghy ed erano italianissime. Facevano capolino anche le prime televisioni private, ma erano o straniere (la Tivù Svizzera e Tele Capodistria) o locali, come Antenna Tre o Telereporter, Antenna Nord o Telemilano. Ancora ce ne voleva prima che arrivassero anche solo le tre colonne Mediaset, nate da una costola di alcune tivù locali di allora. Figurarsi le web tv.
In quegli anni, gli anni ’80, nacquero però a Milano i primi gruppi di giovani mediaticamente rilevanti: i paninari. Mettevano le scarpe Timberland – delle specie di mocassini rozzissimi, o degli stivali da muratore — insieme a delle micidiali calze a rombi inglesi, marca Burlington. Si ingoffavano nei primi piumini Moncler, che assomigliavano alla tuta dell’omino Michelin, ed erano un must in arrivo dalla Francia (mentre ora, come ha ricordato proprio Renzi nella sua citazione, il marchio è diventato orgogliosamente Italiano), si mettevano dei cinturoni El Charro dalle fibbie metalliche pericolose per l’umanità e si caricavano di zaini Invicta, possibilmente ridisegnati con l’Uniposca. Se ragazze, inoltre, si riempivano dei disegnini di Naj Oleari: che invadevano l’astuccio come il reggiseno, la giacca come la borsetta.
Ascoltavano i Duran Duran e avevano il capoluogo lombardo come epicentro, proprio quella Milano da Bere poi nota più Tangentopoli, che nasce in quegli anni lì, anche se viene perseguita dieci anni dopo. Si radunavano davanti a un bar tra via Agnello e piazza Liberty, che si chiamava "Al Panino". Uno dei primi che ne vendeva, ma di solito erano con il cotto e l’insalata o la mozzarella col pomodoro: l’hamburger è arrivato poi, con il tempo. Ad immortalarli e renderli noti in tutta Italia ci ha pensato una delle prime trasmissioni di successo di quella che diventerà l’ammiraglia Mediaset, Canale 5: Drive IN, che li faceva la loro più famosa macchietta, ad opera di Enzo Braschi.
Ma loro erano nati prima molto prima, e avevano i dark come controparte: figli dei punk, questi ultimi erano fatti di creste sui capelli (le prime), unghie colorate di scuro e anfibi doc Martens. Con la differenza che ascoltavano l’elettropop di allora, che è poi anche quello che si ritrova campionato oggi in centinaia di brani in tutto il mondo: Depeche Mode, Soft Cell, Cure, Pet Shop Boys, che scrissero per loro, in una tournée italiana, pure un brano, dall’eloquente titolo "Paninaro".
Era una vita fa, e ancora il palco globale di internet non c’era. E nemmeno quello del rinnovato Pd, dove il suo neo segretario, classe 1975, ora confessa che allora i paninari gli stavano pure sullo stomaco, ma che si sente orgoglioso del fatto che sia stato un italiano a salvare il marchio francese della Moncler, simbolo di quella strana generazione che diede il via alla signorìa dell’immagine.
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